Film e Serie TV

Zack Snyder’s Justice League: la recensione

Published

on

Essere qui a scrivere la recensione di Zack Snyder’s Justice League fa provare una strana sensazione, com’è strano cercare di riassumere in qualche parola un film di ben 4 ore e com’è strano produrre un pezzo su un progetto che, fino all’anno scorso, non sembrava nemmeno possibile. Eppure la Snyder Cut è realtà, l’abbiamo vista tutta in una volta e lo diciamo subito: ci è davvero piaciuta, in questa recensione capirete il perché.

Il pezzo che state per leggere è senza spoiler, se non qualche sparuto riferimento qui e là a scene secondarie che non inficiano minimamente la visione del film. Dunque potete proseguire senza paura alcuna.

Il potere di un hashtag

Ne abbiamo parlato altre volte su questo sito ma la vicenda che ha coinvolto DC, Warner Bros., Zack Snyder e l’hashtag #ReleaseSnyderCut va ripassata, per capire da dove è iniziato tutto. Il film Justice League che abbiamo visto nel 2017 non è piaciuto a nessuno, l’ibrido creato dalle visioni e regie di due autori agli antipodi – Zack Snyder e Joss Whedon – ha lasciato l’amaro in bocca (per usare un eufemismo) a pubblico e critica.

Il malcontento ha letteralmente “rotto internet” come si suol dire e da questo sentimento ne è derivato un hashtag: #ReleaseSnyderCut. Con questo motto gli appassionati hanno fatto sentire la loro voce e, anche grazie al supporto di alcun membri del cast dei precedenti film – come Henry Cavill o Ray Fisher -, hanno spinto Zack Snyder a riprendere in mano il suo lavoro con l’appoggio della Warner.

L’hashtag ha, nei fatti, reso possibile la conclusione di un progetto che sembrava ormai perso nel tempo e in una tragedia familiare terribile. Ma quello che c’è di poetico in tutta questa storia è che internet e i fan hanno spinto e lottato perché si portasse a compimento la visione di un regista, di un appassionato DC, di un padre. Per una volta, una gloriosa volta, la community più grande del mondo non ha imposto il suo volere sull’opera, ne ha solo concretizzato il compimento.

Un’epica tutta snyderiana

La storia del film nelle sue linee principali non si discosta molto dalla versione del 2017, per quanto la Snyder Cut sia – senza mezzi termini – un prodotto completamente diverso da quello di Whedon. Ci dobbiamo ricordare che si parla sempre e comunque di Justice League, dunque gli elementi principali della trama sono tutti presenti.

Dopo la morte di Superman per mano di Doomsday una minaccia incombe sulla Terra, Batman decide dunque di riunire alcune persone con abilità straordinarie (i “Meta-Umani”) per comporre una squadra che possa difendere il pianeta, ora che l’Ultimo Figlio di Krypton non c’è più. Al tentativo di unione dei buoni si contrappone l’azione dei cattivi, in particolare dell’antagonista principale Steppenwolf, anch’essi impegnati nel riunire qualcosa: le Scatole Madri, misteriosi oggetti che hanno il potere di distruggere i mondi. Per fermare l’alieno servirà la forza di una squadra, nessuno escluso.

Ma se ciò che viene raccontato, a grandi linee, rimane lo stesso, quello che cambia radicalmente è il modo in cui viene raccontato. Dimenticate il lungometraggio tagliuzzato e mutilato di qualche anno fa, in questa sua visione Zack Snyder si prende tutto il tempo per narrare la sua storia a suo modo. Il regista sa perfettamente che l’asticella si è alzata, eroi e dei solcano la Terra, il tono della narrazione deve essere grandioso e magniloquente; la regia di Zack Snyder può piacere o non piacere, i gusti non si discutono, ma bisogna riconoscergli un merito: sa come rendere una storia epica su schermo.

Ovviamente ci sono anche momenti scanzonati e modesti, soprattutto quando Flash o Aquaman portano leggerezza alla scena (per fortuna sono sparite le battute banali e stucchevoli della versione precedente), e non potrebbe essere diversamente vista la durata della pellicola. Anche qui Snyder ha fatto bene, spezzando il ritmo incalzante della narrazione con qualche intermezzo più rilassato e pacato. Questo ci permette di fare un appunto sulla durata del prodotto, che potrebbe scoraggiarne la visione: sappiate che il film è in grado di tenervi incollati allo schermo sin dal primo minuto; avrete voglia di fare qualche pausa per sgranchirvi ma non vedrete l’ora di sapere cosa succede dopo.

Un viaggio nell’èthos

Uno degli aspetti del film che ha colpito maggiormente chi scrive è stata l’attenzione che Zack Snyder ha rivolto al comportamento e ai modi di fare dei personaggi, delle popolazioni, in scena. Un esempio di ciò è la melodia cantata da alcune donne del villaggio dove Aquaman si reca regolarmente per portare del pesce. Una nenia che richiama atmosfere antiche e dal sapore vichingo, di celebrazioni pagane perdute in epoche remote.

Altrettanto affascinante è stata la scena in cui le Amazzoni accendono il fuoco di avvertimento, per far sapere a Diana che il malvagio Steppenwolf è giunto sulla Terra. Il regista si è preso tutto il tempo per mostrare il rituale: guerriere in fila vestite con abiti da cerimonia, movenze prestabilite e solenni, la freccia sacra di Artemide scagliata assieme al suo messaggio di sventura. Una scena che non avrebbe mai trovato spazio in un prodotto pensato per il cinema, con le sue pur comprensibili restrizioni in termini di durata.

Questi sono due esempi di come Snyder ha deciso di gestire il suo film, un film che rientra pienamente nel canone supereroistico, ma che ha davvero poco a che spartire con i prodotti della concorrenza – che noi apprezziamo, sia chiaro. La Snyder Cut è semplicemente diversa (non migliore o peggiore), è volutamente diversa e questi intermezzi lo rendono palese.

Snyder’s Cut Justice League: Amor mi mosse

Forse il riferimento dantesco nel titolo di questo paragrafo è un po’ pretenzioso, ma la frase del Sommo Poeta riassume bene il sentimento che ha dato origine al film: l’amore. L’amore di Snyder per i personaggi che mostra su pellicola, l’amore di un padre che non ha mai smesso di combattere per un progetto in cui credeva, l’amore dei fan per una visione a loro negata e che hanno voluto riconquistare con forza e determinazione. La Snyder Cut è un monumento al più forte sentimento che l’uomo conosca.

Il prodotto che andrete a visionare non è esente da difetti, questo va detto. Una computer grafica non sempre al top – anche se totalmente su altri livelli rispetto alla versione del 2017 -, un utilizzo del ralenti a tratti eccessivo e le lungaggini di alcune scene che si sarebbero potute evitare (o quantomeno accorciare), sono i maggiori nei in un prodotto che ha saputo ridare giustizia alla versione cinematografica della Justice League.

Al netto di tutto ciò, però, la Snyder Cut è un prodotto riuscito che si prende il suo tempo – tanto – per raccontare una storia epica e grandiosa. Cancellate dalla vostra memoria la versione di Whedon, qui stiamo parlando di cinema d’autore, un autore che non piace a tutti ma che sa regalare grandi emozioni attraverso le immagini. Non abbiate paura di affrontare quattro ore di visione, Zack Snyder’s Justice League è un film che fa il suo dovere, quello di intrattenere.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Trending

Exit mobile version