Il tempo che i ragazzi passano davanti ai videogiochi ha visto un’impennata con le ultime generazioni, se fino a qualche anno fa giocare ai “giochini sul computer” era vista come una cosa da “sfigati” o da “nerd” oggi le cose sono cambiate e sempre più persone – anche meno giovani – si dilettano con questo passatempo.
Un Paese che sente particolarmente questo cambiamento è il Giappone, probabilmente la vera culla dei videogiochi e dell’intrattenimento virtuale di questo genere, e infatti recentemente – circa dall’inizio di quest’anno – circolavano delle voci sulla messa in atto di Disegni di Legge che avrebbero portato a limitare l’uso dei videogames per la popolazione. Gli esecutivi della Prefettura di Kagawa, nella regione del Kansai – che si trova nel centro-sud del Paese – erano stati sostenitori particolarmente attivi di queste proposte di legge.
Proprio la prefettura di Kagawa ha visto l’approvazione, il 6 aprile di quest’anno, di un Disegno di Legge che impone delle limitazioni all’uso dei videogiochi da parte dei minori di anni 18. A questo punto giova ricordare che le prefetture in Giappone sono degli enti territoriali che godono di autonomia legislativa in riferimento ad alcune materie, un po’ come le nostre regioni italiane anche se le differenze sono molteplici e importanti, quindi l’ente ben poteva procedere a questo Disegno di Legge.
La legge in questione impone che i minorenni giochino non più di 60 minuti al giorno, nei giorni feriali, e non più di 90 minuti nei giorni festivi; l’imposizione riguarda anche gli smartphone e tutti gli strumenti elettronici del genere non possono essere utilizzati oltre le ore 22:00. La Prefettura di Kagawa, attraverso i suoi dipendenti, ha contattato tutti i genitori di minorenni in zona chiedendo che tale norma sia fatta rispettare anche se pare che l’iter legislativo e di votazione del Disegno non siano stati rispettati appieno, questo può far pensare quantomeno a possibili ricorsi in merito.
Lasciamo al lettore ogni considerazione in merito alla scelta legislativa di cui abbiamo parlato e in merito all’utilizzo più o meno considerato che le persone fanno (o dovrebbero fare) del medium videoludico. Ci chiediamo – e chiediamo – se sia davvero necessario che un Governo, anche locale, debba imporre delle restrizioni di questo tipo o se sia sufficiente un’educazione che faccia capire l’importanza di passare del tempo all’aperto o coltivare degli hobby di diverso tipo. Sono quesiti ai quali ognuno deve rispondere secondo propria coscienza.