Dopo CD Projekt Red, anche Ubisoft finisce nella bufera. In questo caso però i fatti sono se possibile ancora più gravi. A farne le spese i dipendenti. Un sondaggio somministrato al personale della società franco-canadese ha rivelato che sul luogo di lavoro esistano casi di molestie. Sembra che almeno un intervistato su quattro sia stato vittima di attenzioni indesiderate.
A ricostruire i fatti ci ha pensato Kotaku. Il CEO della compagnia, Yves Guillemot, ha deciso di somministrare ai suoi dipendenti un sondaggio per scoprire se ci fossero stati casi di molestie all’interno della società.
La misura si è resa necessaria dopo la tempesta che ha investito i piani alti di Ubisoft nel corso dell’estate. A inizio luglio due dirigenti e poi altri tre hanno rassegnato le dimissioni. Tra di loro il capo dell’ufficio creativo Serge Hascoet. In un caso invece c’è stato il licenziamento diretto.
L’apparato messo in piedi da Ubisoft per conoscere lo stato delle cose è stato imponente. Sono 14.000 le risposte ai sondaggi condotti in forma anonima. Circa 2000 dipendenti hanno partecipato a sessioni di ascolto, 100 di loro si sono sottoposti a interviste dirette e sono stati organizzati 40 focus group. Tutto per far luce sulla vicenda.
Il dato che emerge dai sondaggi è inquietante: almeno un dipendente su quattro è stato vittima di attenzioni indesiderate da parte di un collega o un superiore. Una percentuale fin troppo alta e che rischia di gettare in cattiva luce l’intera compagnia.
Guillemot, dal canto suo, ha annunciato che verranno presto presi provvedimenti drastici per contrastare un fenomeno a dir poco disdicevole. Il suo piano è agire per punti. Sono quattro le mosse che Guillemot ha intenzione di mettere in atto: garantire un ambiente di lavoro sano e sicuro, mettere al centro inclusione e diversità, ricalibrare e rinforzare il reparto HR, rivedere le responsabilità manageriali.
Già durante lo Ubisoft Forward di settembre, la compagnia aveva inserito nell’evento una serie di dichiarazioni ufficiali. Mossa necessaria dopo i fattacci di luglio. Guillemot, in ogni caso, ha dovuto affrontare l’accusa di non fare abbastanza per garantire ai suoi dipendenti un sano ambiente di lavoro.
La strada da percorrere per la società francese è ancora molto lunga. Si spera che i provvedimenti presi per contrastare fenomeni simili siano esemplari e che le dichiarazioni di Guillemot non rimangano lettera morta.