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Ecco i top 50 manga per il pubblico giapponese: spazio alle novità

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All’incirca a metà aprile era stato aperto un sondaggio in Giappone riguardante le preferenze sul mondo dei manga, argomento molto sentito dal pubblico del Sol Levante, avido lettore di questo genere di opere. Il sondaggio era chiamato Top 50 manga that define myself – traducibile come Top 50 manga che definiscono me stesso –; in questo esperimento ogni fan poteva scegliere fino a un massimo di 5 opere da segnalare come sue preferite, messi assieme i dati è stata stilata una classifica sulla base di circa 630 mila utenti scrutinati, senza dubbio un campione piuttosto consistente.

Non vogliamo riproporre la classifica – che potete trovare in un nostro precedente articolo, assieme ad altre considerazioni su alcuni titoli –, vogliamo invece focalizzarci su due novità editoriali in tema manga che sono riuscite a guadagnarsi un posto nella top, accanto a titoli che hanno definito questo genere di intrattenimento come One Piece, Full Metal Alchemist e l’immenso Dragon Ball.



Il primo titolo da menzionare è Kimetsu no Yaiba – Demon Slayer, che si è piazzato al 13° posto nella classifica, opera di Koyoharu Gotōge pubblicata dal 2016 in Giappone; il tema centrale della storia è la ricerca, da parte di un ragazzo – addestrato ad uccidere i demoni -di nome Tanjiro Kamado, di una cura per far tornare la sua amata sorella normale dopo essere stata trasformata in un demone a sua volta. Il successo di quest’opera è probabilmente dovuto a diversi fattori: disegni particolari, una storia avvincente che esce però dai canoni del normale shōnen – il manga per ragazzi – e personaggi ben caratterizzati. Non solo, il manga riesce ad affrontare temi duri come la morte della propria famiglia o la diversità e la xenofobia in maniera molto adulta e matura, forse a volte troppo matura per il pubblico al quale è indirizzato ma va comunque lodato per questa sua qualità, estremamente rara nel mondo shōnen. I numerosi premi vinti dall’opera, fra i quali il riconoscimento Oricon per le copie vendute, non fanno che confermare l’eccezionalità del manga che ha già lasciato il segno nel cuore dei fan.



Il secondo manga che vale la pena citare, arrivato 20° in classifica, è My Hero Academia; opera del maestro Kōhei Horikoshi, edita su Weekly Shonen Jump dalla fine del 2015, si concentra su un timido ragazzo giapponese di nome Izuku Midoriya che, in un mondo in cui quasi tutti hanno dei poteri particolari – si va dallo sputare fuoco al potersi ingigantire al saper volare eccetera –, nasce senza poteri nonostante il suo forte desiderio di diventare un eroe che possa mettere al servizio del bene le sua capacità; starà all’eroe Numero 1, All Might, passare i suoi poteri al ragazzo che dovrà imparare a controllarli per poter essere ammesso alla UA, la miglior scuola dove poter imparare a diventare un vero eroe. Qui siamo di fronte ad un’opera che ha tutti i tratti distintivi di uno shōnen: protagonisti liceali, poteri eccezionali, scontri enormi e un sacco di personaggi che rendono viva la scena; ma se da una parte abbiamo uno schema molto basico, dall’altra ciò che colpisce – ed è forse il motivo di tanto successo e apprezzamento – è la sua capacità di unire il mondo del manga con quello dei fumetti statunitensi. Abbiamo infatti moltissimi riferimenti alle opere Marvel e DC con continui richiami ai supereroi della Golden e Silver Age americane. Un canovaccio semplice che segue le regole dello “stilema shōnen”, un cast di personaggi ricco e colorato, scontri all’ultimo respiro, colpi di scena e riferimenti continui agli eroi dei fumetti occidentali hanno fatto sì che My Hero Academia si guadagnasse un posto nell’Olimpo dei manga.

Se non si fosse capito leggendo l’articolo, vi stiamo consigliando questi manga molto caldamente.

Alessandro Rigoni



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