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The Barbarian King 4: Con un Cuore Nero – Recensione

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The Barbarian King 4, torna l’epica monumentale di Leviathan Labs.

Leviathan Labs torna alla carica con la quarta parte di “The Barbarian King”, l’apprezzatissima serie a fumetti (trovate qui le nostre recensioni dei volumi 1 e 2 e del volume 3) che narra inedite e originali vicende del leggendario re di Aquilonia, il Re Barbaro figlio dalla leggendaria penna di Robert E. Howard.

Questa quarta iterazione, evocativamente intitolata “Con un Cuore Nero”, riprende direttamente da dove “Dea della vendetta” ci aveva lasciati, presentandosi come un’opera solida, contenutisticamente valida e strutturalmente massiccia.

Le penne di Massimo Rosi e Alessio Landi, sostenute dai sempre magnifici disegni di Nicolò Tofanelli, ci riaccompagnano in un mondo crudele, sanguinario e spietato, che non ha di certo perso la magnetica, viscerale attrattiva che ci aveva fatto innamorare nel corso dei primi tre volumi. Tutt’altro.

La storia di The Barbarian King 4

La trama di The Barbarian King 4: Con un Cuore Nero prende avvio dallo scontro lasciato in sospeso tra il re barbaro e ciò che resta del mago Yara – ormai ridotto a immonda e abominevole creatura, araldo dell’ormai inevitabile arrivo di un dio cosmico, Imdugud, dai sapori squisitamente eldritchani.

Trovare la forza e prendere il coraggio di usare il potere necessario ad abbattere Yara è soltanto l’inizio delle peripezie a cui Conan si trova sottoposto nel corso dell’albo. La struttura narrativa è indubbiamente ben impostata: dopo la risoluzione del conflitto rimasto insoluto al termine del terzo albo si passa immediatamente alla suggestiva presentazione del “nuovo” nemico, il sultano Orhan, il vessillo mortale attraverso cui la sopra nominata divinità cosmica intende conquistare Hyboria.

Continuando un trend già avviato con il terzo volume, tuttavia, i filoni narrativi presentati in questo quarto capitolo si distinguono e distanziano dal solo punto di vista del re barbaro.

Continuiamo infatti a seguire anche il fato di Aquilonia, rinata dalle ceneri lasciate dalla follia indotta del re caduto e passare alla giurisdizione di Khon, un leader ben più intransigente, ben più spietato del barbaro ritrovatosi a regnare.

Parallelamente, il volume ci accompagna anche nel proseguimento del viaggio di Hyra, la Dea della Vendetta per cui era titolato il precedente capitolo, entrando ulteriormente nel suo passato e nella profondità della sua rabbia e del suo dolore. Il confronto con il principale oggetto della sua rabbia, Rashad, viene in questo volume preparato, costruito ed eseguito, culminando in uno scontro lungo, viscerale e sia narrativamente che visivamente soddisfacente.

La trama di The Barbarian King, insomma, non accenna a rallentare. Con l’aggiunta di nuovi filoni narrativi, con l’approfondimento e l’ampliamento degli intrecci politici, la serie sembra prepararsi ad andare avanti ancora a lungo, o, come minimo, a posizionare i tasselli per un finale grandioso. Ne è prova anche la semplice dimensione del volume, ben più corposo di quelli precedenti.

I disegni

La qualità dell’intero comparto artistico si mantiene sul già appurato, elevato livello al quale ci avevano abituato i primi tre volumi. Continuano a impressionare disegni e colori, in grado di adattarsi magistralmente all’atmosfera, alla velocità e alla dinamicità di ogni scena, modulando con intatta continuità artistica ogni cosa alla giusta situazione. Impressiona in particolar modo, in questo volume, l’uso e l’applicazione delle diverse tonalità di verde associate alla presenza e al malato, alieno potere di Imdugud. Fumi venefici, luci, bordate d’energia, esplosioni che contrastano piacevolmente ed efficacemente con già precedentemente elogiati neri e rossi ferraginosi.

In conclusione

Barbarian King 4 Con un Cuore Nero è tutto ciò che avremmo voluto dal nuovo volume della serie – e anche di più. Grazie a un ampliamento della prospettiva narrativa e a un’ulteriore approfondimento delle vicende sia personali che politiche, la storia si mantiene fresca, intirgante ed avvincente. Non vediamo l’ora di avere per le mani il prossimo.

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