Guai in arrivo per Valve a causa della sua gestione di Steam. Secondo alcuni gamer che si sono rivolti ad uno studio legale californiano, la piattaforma eserciterebbe un’eccessiva pressione su developer e publisher. A raccontarlo è il sito Game Rant.
Si prospettano guai all’orizzonte per Gabe Newell. L’ipotesi d’accusa è molto grave. Pare, infatti, che Valve, tramite Steam, abbia operato fino ad ora creando un cartello con le altre piattaforme. Per dirla in maniera più semplice, l’azienda diretta da Newell avrebbe imposto a sviluppatori e publisher alcuni accordi ritenuti scorretti.
Tali accordi, secondo gamer e legali che hanno avviato le pratiche, avrebbero costretto i soggetti coinvolti a mantenere il prezzo dei giochi identici su ogni market – per PC – sul quale sarebbero stati pubblicati. In altre parole: il prezzo dei giochi avrebbe dovuto essere su Epic Games Store, Microsoft Store eccetera, identico a quello applicato su Steam.
Se le ipotesi d’accusa si rivelassero fondate vorrebbe dire che, al netto di eventuali promozioni o sconti periodici, Steam avrebbe utilizzato la sua posizione dominante per evitare che la concorrenza potesse sottrarre utenti. Sembra che il faldone in mano agli avvocati sia stago già arricchito dalle testimonianze di CD Projekt RED e Ubisoft. Tim Sweeney di Epic Games si è già sbilanciato su twitter.
Insomma, ancora una volta le aule di tribunale diventeranno degli angoli gaming dove si consumerà un’importante battaglia legale. Era già successo a CD Projekt RED, costretta a rispondere alle varie istanze mosse dai videogiocatori dopo la malriuscita pubblicazione di Cyberpunk 2077.