Per la prima volta i videogiocatori di tutto il mondo sono stati privati di uno degli appuntamenti annuali più importanti: l’E3 quest’anno è stato cancellato a causa della pandemia di Coronavirus, che non ha reso possibile eventi con grandi aggregazioni di persone. È dunque il caso di chiedersi se gli attori principali del mercato videoludico siano stati danneggiati da questa cancellazione, i dati che ci arrivano parlano chiaro: Sony e Ubisoft in particolare non solo non hanno risentito della mancanza della fiera californiana ma hanno portato numeri ancora maggiori, rispetto agli anni di E3, con le loro dirette e presentazioni svoltesi online.
A permetterci di fare questa affermazione è il sito SuperData che, in un suo report, ci mostra come il reveal di PlayStation 5 abbia portato ad una media di 1,51 milioni di spettatori per minuto su Twitch. Questo dato è ben maggiore rispetto al briefing Xbox, avvenuto in occasione dell’E3 2019, che ha portato 940 mila spettatori o alla Nintendo Direct dello stesso anno, che invece ne ha registrati appena 560 mila.
Anche i dati riguardo la più recente Ubisoft Forward – dove la casa francese ha potuto dare spazio ai suoi progetti, Far Cry 6 e Assassin’s Creed: Valhalla in particolare – fanno capire come la mancanza dell’E3 non abbia avuto il benché minimo effetto negativo sulla visibilità della casa di produzione. La diretta in questione è stata vista da ben 1.02 milioni di utenti per minuto su Twitch, un bel miglioramento rispetto alle 750 mila persone raggiunte dal panel Ubisoft all’E3 2019.
Questi sono solo alcuni dati e stiamo comunque parlando di due mostri sacri del mondo videoludico ma anche il più inesperto dei lettori, a questo punto, si sarà posto una domanda: visti i dati, per quanto parziali, è ancora il caso di portare eventi annuali come l’E3? Senza la preannunciata defezione di alcune case di produzione, come Sony, che già tempo fa avevano annunciato la loro non partecipazione all’evento. La domanda è spontanea, la risposta molto meno.
Le metodologie di comunicazione e di marketing da parte degli attori principali del mercato videoludico stanno cambiando, ciò è evidente, anche il pubblico richiede questo cambiamento – se un milione e mezzo di persone segue la tua diretta di presentazione ne farai sicuramente un’altra, questo è certo. Tutto ciò porterà ad un graduale annientamento delle fiere dedicate al videogioco? O semplicemente i colossi del gaming non le utilizzeranno più come momento per “mostrare i muscoli” e lasceranno agli attori più piccoli e indipendenti lo spazio che meritano in queste occasioni?
I dati che abbiamo sottolineato oggi portano più domande che risposte, solo il tempo potrà dirci come si evolveranno in futuro le fiere dedicate al videogioco che tuttavia, bisogna ricordarlo, rimangono anche un momento di svago, divertimento e coesione sociale. Da parte nostra speriamo che un posticino possano sempre averlo, se non altro nel cuore dei videogiocatori.