Un sogno chiamato Giffoni è una Graphic novel scritta da Tito Faraci e disegnata da Wallie, in onore dei cinquant’anni del Giffoni Film Festival, pubblicata dalla Feltrinelli Comics in collaborazione con Comicon.
Un lavoro che ha come obiettivo mostrare il lato più umano rivolto ai giovani, senza pregiudizi, senza standard di riferimento, ma solamente valutando i loro sogni.
Un sogno chiamato Giffoni: la trama
Questa storia parla di alcuni ragazzi: Edo, Jaco e Marta. Edo vuole fare il regista e, avendo partecipato alla giuria del Giffoni Film Festival l’edizione passata, decide di voler gareggiare con un suo film autoprodotto. Senza budget si affida solamente al suo intuito e decide di riproporre in chiave giovanile e moderna la famosa opera di William Shakespeare: Romeo e Giulietta. Jaco e Marta sono scettici ma vengono convinti a ricoprire il ruolo dei protagonisti, mentre per tutti i ruoli secondari chiedono ad alcuni loro amici. Ovviamente nessuno è un attore, quindi la memoria dei dialoghi vacilla e la reinterpretazione che i nuovi Romeo e Giulietta danno alle loro battute rende il tutto molto divertente. Utilizzando i pochi materiali che hanno a disposizione i ragazzi, dimostrano una capacità nel reinventarsi in un’opera che agli occhi dello spettatore risulta quasi assurda.
Epilogo
Alla fine Edo, Jaco e Marta riguardano il film ma non sono soddisfatti del lavoro ottenuto quindi, il nostro piccolo regista decide di eliminarlo, ma Jaco ha già caricato il video su internet taggando tutti i suoi amici. Il video ha raggiunto oltre un milione di visualizzazioni e diventa virale. Qualche giorno dopo, il nostro piccolo regista riceve una telefonata che lo lascerà col fiato sospeso.
Narrazione e messaggio
Tito Faraci
La narrazione si concentra sulla realtà dei ragazzi, sul loro modo di vedere e vivere il mondo. Vengono mostrati mentre si organizzano, discutono in camera e interagiscono come dei normali adolescenti. Una realtà che si spezza durante le riprese, in cui l’inquadratura si sposta e diventa statica, riprendendo le scene del girato e a volte qualche piccolo fuori campo.
Sebbene molte inquadrature rimangano statiche, l’utilizzo di un widescreen rende le parti girate molto teatrali ed i dialoghi facilitano la lettura della tavola rendendo l’intero fumetto molto dinamico da leggere e da vivere. I disegni si sposano perfettamente con il resto della storia che funziona e, nonostante la linearità della narrazione, lascia spazio a diversi espedienti comici che regalano al lettore divertimento ma allo stesso tempo comunicando un messaggio importante, ossia la politica e la mission del Giffoni Film Festival: l’importante è credere ed avere volontà per quello che si fa.
Nel fumetto, inoltre, troverete un piccolo dettaglio extra: la storia del Giffoni Film Festival scritta da Claudio Gubitosi che descrive cos’è e soprattutto cosa vuole trasmettere il Giffoni.
L’accoppiata Tito Faraci-Wallie ha fatto centro, riuscendo a trasmettere il valore dei sogni di questo gruppo di ragazzi che senza mezzi riescono a creare da zero un film contando solo sul loro impegno e sul loro coraggio. L’importanza di aver un obiettivo e un ideale da seguire è qualcosa che al Giffoni Film Festival viene ricompensata e premiata, poiché anche i più grandi sono partiti dal loro piccolo.
In conclusione
Un sogno chiamato Giffoni mi ha sorpreso. Iniziando a leggere, ad essere onesto, ho pensato che certi aspetti fossero in qualche modo sminuenti nei confronti dei giovani: i protagonisti non sapevano neanche la vera storia di Romeo e Giulietta, e lo stereotipo che ai giovani non piacciano le opere classiche è forse un po’ gratuito. Tuttavia dalla lettura delle prime vignette ho avuto la sensazione che ci fosse un qualcosa di particolare, di non raccontato che andava sviscerato di più.
Un concetto che si rivela in tutta la sua forza a metà fumetto: l’importanza di credere in qualcosa è tutto. È alla base del talento, degli obiettivi che ti prefiggi di raggiungere e dei mezzi che hai per realizzarti. Credere nei propri sogni è ciò che ti eleva e ti dà quella marcia in più per farcela, è un potentissimo carburante che ti carica e ti sprona.
Il modo leggero ma non superficiale con cui hanno voluto raccontare questa storia emoziona e coinvolge il lettore. Se dovessi consigliare a qualcuno questa graphic novel direi: Leggetelo tutti, ma solo chi ha un po’ di polvere di stelle in testa può capirlo!