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Recensione Ride Your Wave, siete pronti a prendere la prossima onda?

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In questa calda e strana estate, Ride Your Wave – che potete vedere su Amazon Prime Video – è stata una piacevole e inattesa scoperta. Piacevole perché l’animazione semplice e pulita porta subito l’attenzione sui protagonisti e sui loro sentimenti, inattesa perché temevo fosse un’altra storia sdolcinata e strappalacrime invece si è rivelata qualcosa di più.

La trama

Ride Your Wave racconta la storia della diciannovenne Hinako che si trasferisce in una città vicino al mare, sua passione dato che pratica il surf, per frequentare l’università. Qui incontra e si innamora di Minato, un giovane pompiere di 21 anni. Un amore coinvolgente che i due vivono appieno fino a quando il ragazzo non muore in un incidente in mare.

Ma noi questo la sapevamo già dal trailer, infatti quando l’avevo visto per la prima volta ero rimasta un po’ stranita dalla scelta di spoilerare la morte di uno dei protagonisti ai fan. Cosa c’era ancora da scoprire? Lui muore, lei soffre fine della storia.

E invece no, qui inizia la vera storia, quella di una ragazza che viene spinta a non arrendersi, a non farsi schiacciare dalla tristezza e che, come suggerisce il trailer, deve imparare a cavalcare la propria onda.

I personaggi

Il film non è lungo e quindi è stata fatta la scelta, decisamente azzeccata, di presentare solo 4 personaggi, che sono poi quelli che faranno “muovere” storia.

C’è Hinako, la giovane studentessa amante del surf, allegra e un po’ impacciata. Minato l’affidabile giovane vigile del fuoco sempre pronto ad aiutare gli altri. Yoko la cinica sorella minore del ragazzo, che nasconde la sua fragilità dietro una lingua tagliente, e infine Wasabi il miglior amico di Minato, anche lui pompiere, anche se ancora alle prime armi, che vede nell’amico un punto di riferimento.

Quando Hinako rimane da sola saranno proprio Yoko e Wasabi a cercare, a modo loro, di darle una mano, facendole capire che Minato non era importante solo per lei, ma era stato una luce nella vita di tante persone.

A questi personaggi principali se ne affiancano altri, come le amiche di Hinako e altri colleghi di Minato, che restano un po’ sullo sfondo e il loro scopo è quello di dare un po’ di colore alla storia e delineare ancora meglio il carattere dei protagonisti.

Animazione e regia

Lo Studio Science Saru (conosciuto per altri lavori tra i quali Japan Sinks e DEVILMAN crybaby di Netflix) ha fatto un buon lavoro con l’animazione che è coerente con la storia, semplice, immediata, ma non per questo banale o abbozzata.

Ride Your Wave è scritto da Reiko Yoshida e diretto da Masaaki Yuasa che insieme in appena un’ora e mezza riesco a costruire una storia coinvolgente ed emozionante: viviamo con i protagonisti il loro amore e loro passione per il mare, la loro separazione e seguiamo con crescente attesa lo svolgersi degli eventi fino all’epilogo.

Cavalcare la propria onda

Per Hinako camminare con le sue gambe non sarà facile: dopo lo sconforto iniziale si accorge che quando canta una certa canzone nell’acqua compare Minato. Subito la tristezza sparisce e la ragazza cerca di vivere questo ritrovato amore in modo bizzarro iniziando a parlare con l’acqua.

In molti si preoccupano che lei stia avendo un cedimento nervoso, ma a lei importa solo che, anche sotto forma d’acqua, Minato possa stare sempre con lei. Lui le aveva dato coraggio, l’aveva aiutata a sentirsi meno goffa e impacciata, l’aveva capita e adesso Hinako si attacca a quell’unico frammento che le resta di Minato per sentirsi più forte, per ritrovare la determinazione che ha perso, facendole abbandonare anche il surf.

Ma Minato prende dolorosamente consapevolezza che quel modo di amarsi non può durare per sempre, le manca toccare la ragazza, poterla abbracciare quando è triste; il suo spirito è bloccato in un limbo, incapace di staccarsi dalla Terra per paura che Hinako non riesca a farcela da sola.

Questa triste storia insegnerà a Hinako una lezione importante: niente è scontato, ogni giorno bisogna trovare la propria ragione per andare avanti, perché la vita è fatta di tante onde e quando se ne perde una bisogna essere pronti a cavalcare la prossima.

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