Fumetti e Cartoni

Recensione: Locust #1

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Uno degli ultimi regali di Leviathan Labs è stato un pacco contenente alcuni albi a fumetti, fra i quali proprio Locust #1, del quale state per leggere la recensione. Il primo volume in questione è scritto da Massimo Rosi per i disegni di Alex Nieto ed il lettering di Mattia Gentili. Non è ancora disponibile in Italia – lo sarà dalla fine del prossimo giugno – ma Leviathan Labs ha spinto sull’acceleratore per farlo arrivare, dopo il successo riscontrato in America dove viene pubblicato da Scout Comics.

Pandemia, apocalisse, neve

Fatte le dovute presentazioni passiamo ora a raccontare qualcosa della storia di Locust, storia tutta in divenire perché il primo numero non è che un guizzo, una rapida occhiata sul mondo disastrato nel quale si dovrà immergere il lettore.

Siamo a New York, com’è palese fin dalla copertina che propone il ponte di Brooklyn in bella vista, ma a parte le infrastrutture non c’è nulla dell’animata e chiassosa Grande Mela, nessuna voce o suono di clacson riempie le strade, solo silenzio e neve. Max è un uomo solo, vestito pesante e armato, che vaga per questa metropoli candida e irriconoscibile, qualche flashback interrompe il suo errare e veniamo a scoprire che egli è un ex pescatore che si è trovato, suo malgrado, a dover fare i conti con una pandemia che ha trasformato gran parte del genere umano – per quello che sappiamo almeno – in locuste giganti assetate di sangue.

Un’apocalisse che ha sconvolto il mondo e che ha portato i pochi sopravvissuti a dover fare di tutto per rimanere tali. Nelle ultime pagine dell’albo scopriamo inoltre che una misteriosa setta religiosa potrebbe essere a conoscenza di verità nascoste, magari anche della causa di questa pandemia che ha distrutto il mondo.

Non è un fumetto per deboli

L’intestazione di questa parte della recensione ha voluto parafrasare il titolo del film dei fratelli Coen del 2007 ma il suo senso è deciso: Locust non è un fumetto per deboli. Come se non bastasse il tema, ora più che mai delicato, della pandemia ci pensano anche violenza e tematiche pesanti (come morte e rapimenti) a rincarare la dose.

Nel primo volume abbiamo assistito all’uccisione di animali, alla trasformazione di una persona in un’orribile locusta e alla deturpazione del viso di un uomo con dell’acido. Insomma Locust si propone come un fumetto crudo e cruento fin dalle sue prime pagine, non osiamo immaginare che cosa ci aspetterà più avanti nella storia.

Questo ci permette anche di fare alcune considerazioni sullo stile del disegno presente nell’albo, stile che, seppur molto morbido e a tratti quasi cartoonesco – colori tutto sommato vividi e segni di pennarello molto marcati e spessi -, non riesce a smorzare la violenza. Volti in preda al panico, spari di arma da fuoco, metamorfosi mostruose sono tutti sbattuti in faccia al lettore senza troppi complimenti o fronzoli. Il mondo di Locust è sull’orlo del baratro, bisogna sopravvivere con ogni mezzo e la violenza sembra essere questo mezzo.

Siamo solo all’inizio

Ovviamente essendo il primo albo di una serie – che sta facendo piuttosto bene negli USA, come dicevamo in apertura – la storia non è che abbozzata e si sono mossi i primi passi all’interno del mondo disastrato di Locust.

Ciò detto, se vi piacciono le ambientazioni post apocalittiche, se siete attratti dai mondi “cattivi” e disturbanti, se avete voglia di una storia matura e dalle dinamiche apparentemente misteriose questo è il fumetto che fa per voi.

Edito da Leviathan Labs, Locust sarà disponibile nella sua versione italiana dal 30 giugno 2021.

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