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Picard: la recensione del primo episodio (spoiler free)

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Come continua la storia? Sembra essere questa una delle domande che si pone la nuova serie targata Amazon Prime Video incentrata su uno dei personaggi più iconici del mondo di Star Trek: il Capitano Picard. Seguiamo i nostri eroi per anni, viviamo avventure con loro, soffriamo e amiamo i personaggi, ma poi? Cosa succede quando non ci sono più avventure, quando invecchiano o semplicemente si stancano?

Nel primo episodio troviamo un Picard invecchiato, a tratti amareggiato e disilluso, ma che rimane il capitano saggio che abbiamo imparato a conoscere in Star Trek: The Next Generation. Vive la sua vita tranquillamente nel suo Chateau Picard, coltivando vino e cercando di sfuggire dalle ombre del passato, che però sembrano rincorrerlo inesorabilmente. Pian piano vengono introdotti quelli che saranno i personaggi e i temi principali della serie, senza però svelare troppo. Rimangono molti interrogativi aperti, ma dopotutto si tratta di un episodio introduttivo.



Il futuro di Star Trek rimane luminoso, ma dove la luce è più forte le ombre si fanno più nere. E così ripercorriamo pian piano, un passo alla volta, alcuni degli eventi che hanno condotto il nostro capitano all’isolamento volontario da ciò che più amava. Come sempre nella tradizione del franchise di Roddenberry i temi affrontati non sono leggeri o scontati: l’intelligenza artificiale, l’etica personale contro quella professionale, il bene dei molti che provoca il male di pochi.

Nota di merito anche l’aver inserito elementi che rimandano ad altre serie o film di Star Trek, come la morte di Data in Star Trek: La Nemesi o la distruzione del pianeta di Romulus nel film di J.J. Abrams del 2009.

È ancora troppo presto per capire come la serie affronterà questi temi, ma l’inizio è sicuramente promettete. Si stacca dalla figura glorificata del capitano per mostrarci il suo lato più umano e fragile, di un uomo che, usando le sue parole, non stava vivendo, ma aspettando di morire.

Silvia Pegurri



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