Cari lettori eccoci alla seconda recensione dei cartacei di Jundo. Il fumetto di oggi è “Pandemonium 235” un fumetto scritto e disegnato da Saraceno. Il volume è bello corposo e l’autore è stato ben disposto a farsi conoscere lasciandoci un’intervista esclusiva.
Pandemonium 235: la trama
La storia vede come protagonista un uomo di nome Achille Malarazza. Achille ex-pugile è da sempre vissuto a Pandemonium 235 un quartiere malfamato di una metropoli immaginaria. Il quartiere è vittima di criminalità, aria tossica dovuta all’inceneritore limitrofo e povertà; è un luogo che inghiotte la vita delle persone che ci abitano. Nessuno riesce a scappare e fin da ragazzi le ingiustizie, la violenza e la rabbia alimentano le azioni di tutti.
Achille, dopo il reclutamento di alcuni suoi amici, occupa le saline, un palazzo abbandonato pieno di tossici. Lo “conquista” e inizia a farci la propria base: una quartier generale per lo spaccio.
Le ambizioni di Malarazza non si fermano certo a fare i soldi con i drogati e quindi crea, perno centrale della storia, l’etichetta discografica Golgota Empire. In cui lui ricicla i soldi gestendo al contempo i ragazzi e le attività manageriali. E l’etichetta diventa così in poco tempo la più affermata al mondo e questo gli dà il potere di controllare fuori e dentro Pandemonium.
Narrazione e disegni
Nonostante il volume sia bello spesso, la storia scorre in maniera dinamica, invogliando a divorare le pagine. Saraceno riesce a catturare l’attenzione del lettore e attraverso un flashback e un arco ben dettagliato, riesce a creare delle situazioni molto caratteristiche ed efficaci.
I disegni si fanno portavoce della narrazione già forte e aspra, rispecchiando l’ambientazione lugubre, cupa di Pandemonium e quel senso di solitudine e freddo che ispira il luogo e la cornice narrativa.
Conclusioni: Pandemonium 235
La graphic novel “Pandemonium 235” è un prodotto molto interessante. Pandemonium è un quartiere povero di periferia in cui molte persone vivono. Un posto in cui gli stessi poliziotti hanno paura ad entrarci, un posto dove la giustizia non esiste.
La bellezza di questo fumetto, a mio avviso, è proprio il suo essere specificatamente generica, nel senso che si adatta ad ogni periferia del mondo. Non fa infatti riferimento ad un luogo preciso ma riguarda tutte le persone che vivono in contesti simili in svariati quartieri malfamati di varie città italiane.
Insomma accomuna diverse persone e parla in maniera chiara e diretta, senza fronzoli; con diverse iperboli e in maniera grottesca mostra un lato della società molto crudo ma, ahimè, terribilmente vero e spesso dimenticato.