Oggi vi presento un volume edito dalla Leviathan Labs, NOBODY’S CHILD, storia e sceneggiatura di Massimo Rosi, con i disegni e colori di Ramiro Borrallo. Una storia che colpisce per la sua bruta verosimiglianza con la realtà, che cattura il lettore per i sentimenti genuini e per un disegno ed una narrazione che si bilanciano in modo perfetto permettendo al lettore di inoltrarsi poco alla volta all’interno della storia.
Le tematiche trattate sono tremendamente attuali, nonostante la storia sia ambientata nel XXIII secolo: si parla dell’estinzione di una particolare specie di rinoceronti, dello sfruttamento e della violenza che attanagliano l’Africa, dove il bracconaggio non è niente di più che un divertente svago per gli occidentali. Ma allora qual è il valore di una vita?
Trama
La storia inizia in medias res, con il protagonista, l’ultimo ranger rimasto, che cerca di proteggere l’ultimo rinoceronce “pallido” sopravvissuto ad una feroce caccia. Una ricerca infatti ha dimostrato che una molecola del suo sangue ha la capacità di curare alcune terribili malattie e quindi adesso in molti sono disposti a qualsiasi cosa per procurarsi questa panacea.
Tra i due c’è un forte legame, l’uomo ha cresciuto il rinoceronte fin da quando era un cucciolo e adesso, che è ormai vecchio e solo, la loro unica speranza è quella di lasciare un continente ormai martoriato dalla violenza e tradito dalle false promesse di ricchezza e fortuna degli occidentali.
Ma i due, anche se abbandonati dal mondo sanno bene una cosa, che l’uno ci sarà sempre per l’altro. Ma anche la libertà avrà il suo prezzo.
La narrazione
Nel primo volume vengono gettate con chiarezza le basi sulle quali si costruirà la storia e ci vengono mostrati alcuni dei personaggi che saranno al centro del racconto. Non c’è fretta di presentare tutto subito, ma di volta in volta, e con degli studiati flashback, si va a delineare il carattere dei personaggi, le loro motivazioni e le loro angosce.
Non manca la violenza, che fa parte di un mondo ormai corrotto da avidità e arrivismo. Sembra non ci sia spazio per dei valori positivi in un mondo così, ma dovremo ricrederci. Ci sono un uomo e un rinoceronte uniti da un rapporto fraterno e persone disposte ad aiutarli.
D’altro canto ci sono bracconieri senza scrupoli pronti di inseguire il guadagno a qualsiasi costo, come “il Tedesco” la cui storia però ci costringe a prendere atto di una cruda verità “il male è qualcosa che non si sceglie è qualcosa di così casuale che spesso fa paura”. Come a voler dire che nessuno nasce cattivo, ma che tutti possono diventarlo.
Disegni e colori
Se dovessi usare un aggettivo per descrivere il disegno direi “empatico”, so che è un termine che non è spesso accostato al disegno, ma io trovo che Borrallo sia davvero riuscito a farci percepire le emozioni, tanto degli uomini che degli animali. Gli occhi del rinoceronte sembrano quelli del protagonista e come i suoi possono riempirsi di lacrime.
I colori allo stesso modo sono energici e si adattano con i giusti toni ai vari momenti del racconto o dell’azione, creando tavole equilibrate che hanno il pregio di riportarci in quell’Africa da cartolina, ormai ridotta a terra di conquista.
Conclusione
Nobody’s Child è un titolo davvero interessante, e dimostra quanto la casa del leviatano punti a lettori attenti e consapevoli. Qui, nel dramma del vivere quotidiano, si incontrano e scontrano personaggi che inseguono obiettivi diversi. Può l’amicizia sopravvivere in un mondo senza speranze? Scopritelo insieme a noi!