Nelle scorse ore, sul web, ha iniziato a circolare la voce che Konami avesse deciso di smettere di produrre videogiochi. Si tratta, come avrete capito, di un malinteso. La notizia, che anche noi abbiamo riportato, speriamo in maniera chiara, è che la compagnia sta provvedendo ad una ristrutturazione interna chiudendo tre divisioni gaming per rispondere ai rapidi mutamenti del mercato, si legge nel comunicato ufficiale.
Questa comunicazione, pubblicata la scorso 15 gennaio, pare essere stata male interpretata al punto da identificarla con una dichiarazione di intenti di smettere coi videogame. Non è così. La stessa Konami è stata costretta a spiegare meglio le sue intenzioni con un comunicato inviato alla redazione di IGN. Secondo i vertici dell’azienda giapponese, infatti, la chiusura delle tre divisioni non pregiudica la capacità di produrre videogame ma, al contrario, pare sia utile a snellire l’intero processo produttivo.
Quali saranno i cambiamenti effettivi? Lato consumatore pochi. Non è una novità che Konami abbia intrapreso una strada imprenditoriale precisa. Era ancora il 2015 quando il CEO Hideki Hayakawa annunciava l’intenzione di concentrare le energie su prodotti meno costosi e più redditizi. Contestualmente a quelle dichiarazioni, Hayakawa annunciava anche di non voler smettere con la produzione di titoli Tripla A. Solo, spiegava il CEO, la compagnia si sarebbe concentrata su pochi brand, sul mobile gaming e sugli eSport.
In parallelo Konami svolgerà anche il ruolo di publisher per gli studi di sviluppo più piccoli, campo in cui la compagnia si è posizionata al primo posto in Giappone non troppo tempo fa. Per il momento si allontana la possibilità di vedere il ritorno di vecchie glorie del passato come Silent Hill o Metal Gear Solid.