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Invincible, recensione: un altro gioiello per Prime Video

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Non è certo audace affermare che i supereroi, ultimamente, vadano di moda. Un “rinascimento” cominciato sul grande schermo per mano dei Marvel Studios e il fenomeno si è negli ultimi tempi espanso con forza anche al mondo delle serie TV.

Ora, pressoché tutte le maggiori piattaforme di streaming vantano almeno una “grande” (che sia per apprezzamento di pubblico o di critica) produzione condita di calzamaglie e mantelli rossi.

Ma si sa: quando un genere prospera sotto le agognate attenzioni del grande pubblico, prosperano anche le sue parodie; i tentativi di esagerazione e di decostruzione; le trame pensate per giocare sulle aspettative e sui preconcetti dello spettatore. In quest’ultima categoria, Amazon Prime Video può vantare non una, ma due serie sorte all’apprezzamento di pubblico e critica: The Boys, già in attesa di una terza stagione, e il più recente e si direbbe altrettanto acclamato Invincibleserie che ci apprestiamo a recensire.

Per quanto le differenze tra le due produzioni siano numerose e nette, è anche innegabile come entrambe le serie (e i relativi fumetti di “provenienza”) nascano per soddisfare pressoché lo stesso pubblico: un pubblico forse stanco della “solita” minestra riscaldata, un pubblico appassionato sì di supereroi, ma desideroso di vederli esplorati con storie più audaci, meno prevedibili, in grado di cogliere alla sprovvista e ribaltare le originali aspettative. Per certi versi, in questo intento Invincible eccelle quasi più di The Boys; riuscendo, al tempo stesso, a risultare una “storia di supereroi” più genuina, meno interessata ai grandi temi socio-economici e più vicina al fascino delle grandi storie dal sapore intergalattico tanto care anche ai suoi cugini più famosi.

Invincible, la trama

Quella di Invincible è una trama estremamente semplice: una semplicità rinfrescante, genuina, eseguita con la maestria tipica dei migliori sceneggiatori di fumetto e serie tv. Nelle sue prime battute, Invincible sfrutta questa sua semplicità e la sua apparente totale adesione agli stilemi supereroistici per indurre lo spettatore in un temporaneo, efficace inganno: quello di trovarsi in uno show per ragazzini. Del resto, pressoché tutto sembra voler rafforzare questa suggestione: dalla comicità dei primi cattivi che compaiono a schermo, dalla tranquillità con cui il team di supereroi di turno (la copia-parodia della Justice League di casa DC, come del resto erano anche “I Sette” in The Boys) affronta il problema, dall’approccio familiare e “classico” di Mark, il protagonista, alla scoperta dei suoi poteri, allo stile grafico-visivo, accostabile, nella vivacità dei colori e nelle linee, alle più recenti produzioni animate Marvel e DC.

Una facciata convincente, confortevole, magistralmente costruita. E altrettanto magistralmente infranta nell’arco di una sola scena di non più di tre minuti. Questa scena, che non spoilereremo, avviene al termine della prima puntata – ed è probabilmente annoverabile tra i momenti più spiazzanti, scioccanti e cruenti che il multimediale mondo supereroistico abbia da offrire.

Questa scena impone uno shift di tono e di aspettative brusco e violentissimo, una secchiata d’acqua gelida in grado di imprimere, assieme al terribile impatto iniziale, anche le promesse di qualcosa di straordinario. “Questa è la serie che vi apprestate a guardare”, sembra dire, “e questo è solo l’inizio”.

Una promessa più che mantenuta. Una promessa di una storia imprevedibile, ansiosa, in cui l’intreccio delle vicende potrebbe nascondere, da un momento all’altro, un secondo evento paragonabile o peggiore a quello a cui abbiamo appena accennato al termine della prima puntata. Da una “semplice” serie di supereroi, Invincible si tramuta rapidamente in un mix assuefacente di thriller, azione e mistero, in grado di tessere una storia in cui eventi su larga scala e storie dei singoli personaggi formano una trama semplicissima da seguire ed estremamente appassionante al tempo stesso.  

Invincible, I personaggi

Data la già dichiarata intenzione di una recensione spoiler-free, ci limiteremo ad esplorare rapidamente i personaggi principali, senza entrare troppo nel dettaglio del loro coinvolgimento nella trama.

Mark Grayson, il nostro entusiasta, volenteroso e piuttosto ingenuo protagonista, è un “eroe dei fumetti” piuttosto standard. Oberato dalla lunghissima ombra del padre, il più potente supereroe del pianeta, Mark avrà a che fare, dall’inizio alla fine della serie, con dilemmi e problemi che abbiamo già visto affrontare a molti altri supereroi: bilanciare le responsabilità eroistiche con quelle personali, trovare un equilibrio tra la vita privata di Mark e la (segreta) identità pubblica di Invincible, gestire il tempo in una giornata fattasi improvvisamente condita di invasioni aliene e scienziati pazzi, interrogarsi sulle persone a cui sia saggio rivelare la propria identità, et similia.

La grandezza di Mark, tuttavia, emerge davvero soltanto quando il giovane ha occasione di interagire con il resto del cast: dal padre, Nolan Grayson quando in casa e Omni-man quando in calzamaglia, alieno che, nonostante i lunghi anni passati sulla terra, sembra ancora operare per ragionamenti ed emozioni non sempre comprensibili. Nolan è, nel contesto meta della storia, la palese “parodia” di Superman, esattamente come Il Patriota in The Boys: simile passato, simili poteri, ma polarmente opposti sviluppi caratteriali.

Debbie Grayson, la madre di Mark, è l’unica “normale” della famiglia; ciò non significa, tuttavia, che la mancanza di poteri la releghi a ruoli secondari o di scarsa importanza. A seguito di determinati eventi che non spoilereremo, Debbie sarà coinvolta in prima linea nel processo di rivelazione del mistero della trama principale, continuando a fungere, al contempo, da costante punto di riferimento e compasso morale di Mark in un momento particolarmente difficile del suo sviluppo identitario. 

Il resto dei personaggi di supporto è altrettanto ben sviluppato: dai compagni di scuola di Mark (tra amici e interessi amorosi) agli altri supereroi che Invincible incontrerà e aiuterà nel corso delle varie puntate: visivamente e caratterialmente, siamo di fronte a personaggi distinti, memorabili, in grado di sorreggere senza sforzo il peso delle numerose sotto-trame con le quali la serie si destreggia nel corso delle varie puntate.

Invincible, Il comparto artistico

Artisticamente e tecnicamente parlando, Invincible è un trionfo su pressoché tutta la linea. Trattandosi di una serie animata, è evidente che il comparto visivo sia il primo a suscitare sorpresa e lode. Forte di un’animazione estremamente fluida e dinamica, Invincible brilla soprattutto nelle sue scene d’azione e nei suoi combattimenti, ricchi di inventiva e movimento, e in grado di far percepire egregiamente la terribile forza di ogni superumano colpo. Diretta conseguenza di questa pensiero sono le considerazioni più specifiche sulla violenza della serie: come si sarà forse già intuito, Invincible è estremamente violento – sebbene raramente lo sia in maniera gratuita o non funzionale a ciò che la storia è intenzionata a trasmetterci. Cervelli, interiora e svariate altre decine di parti corporee normalmente pensate per restare all’interno del corpo esplodono frequentemente e con passione in pirotecniche fontane vermiglie, brutale dimostrazione di ciò che accadrebbe a un “normale” corpo umano quando colpito dalla forza di superuomini in grado di sollevare montagne.

La serie, insomma, non è per i deboli di stomaco: la violenza è esplicita, dettagliata e spietata, e a poco aiuta la consapevolezza di avere di fronte una serie animata e non una live action. Se siete disposti a passarci sopra (o se la violenza brutale è qualcosa a cui siete abituati), tuttavia, vi troverete di fronte a un trionfo visivo con ben pochi pari nella recente animazione occidentale.

In conclusione

Invincible si presenta in definitiva come una serie estremamente solida, capace di intrigare fin da subito lo spettatore, catturarlo e non lasciarlo più andare. Complici dei personaggi fortemente ispirati a “pilastri” del genere (ma inseriti spesso in situazioni e contesti impensabili per la maggior parte delle storie supereroistiche) e una trama in grado di trasmettere magistralmente urgenza, incertezza, ansia e umanità, la narrativa di Invincible va ben oltre la prima maschera di “semplice” parodia e decostruzione. La storia di Mark e Nolan, i loro rapporti e le loro disavventure hanno abbastanza cuore da stare perfettamente in piedi da sole: e data la vasta abbondanza di materiale fumettistico, speriamo lo sarà ancora a lungo.

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