Abbiamo parlato con Lorenzo Corti, socio fondatore dell’Associazione culturale DOUbLeSHOt, dell’importanza del Lucca Comics per il settore e delle novità di quest’anno e abbiamo sfruttato l’occasione per conoscere meglio il progetto editoriale che sta portando avanti.
Come è nata la casa editrice Associazione culturale Doubleshot?
Io sono uno dei due soci fondatori con Alessio D’Uva. Dopo una lunga pausa, dovuta a varie motivazioni, e dopo una falsa partenza 4 anni fa, un paio d’anni fa l’abbiamo rimessa su. Siamo ripartiti con un po’ di volumi, stiamo portando avanti la collaborazione con la Leviatan e anche con alcune Scuole di Comics, non solo quella di Firenze, ma anche quella di Torino per il progetto noir e quella di Roma un progetto simile ma dedicato alla fantascienza.
La linea editoriale della casa editrice è la stessa da quando l’abbiamo fondata. Nel 2006, al pub, ci venne quest’idea: “C’è molta roba straniera ed italiana che non viene pubblicata…”. Nel nostro piccolo, nel corso degli anni abbiamo scoperto diversi autori che poi sono andati in case editrici molto più competitive di noi. Uno fra tutti è Michele Penco, che viene pubblicato dalla NPE con la quale ha anche ristampato il suo Incubi. Poi ci sono state le strisce di Macanudo; ed ancora Emiliano Pagani, Daniele Caluri che hanno pubblicato con noi i primi volumi delle storie lunghe di Don Zauker, ed ora sono partiti per le case editrici come Feltrinelli, Tunué.
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Avete un catalogo molto assortito, con numerosi titoli che spaziano tra generi ed autori. Dunque quant’è importante la pubblicità e nella fattispecie il Lucca Comics, per i vostri volumi? E che riscontro c’è per i vostri titoli?
Lucca è fondamentale per tutti, sia per una casa editrice piccola come la nostra che colossi dell’editoria quali Panini, Bonelli ecc. Per le più piccole è utile per farsi conoscere ed è importante avere degli autori presenti. Conta molto la comunicazione, quando le persone si fermano allo stand, è fondamentale parlare di cosa fa la nostra casa editrice, spiegare il lavoro, la nostra filosofia ed anche ascoltare i ragazzi che arrivano per far vedere il portfolio, i progetti e le idee; come fu per Penco. Michele stava facendo il giro per le case editrici assieme ad un suo amico, tale Gipi e dopo aver visto il suo materiale rimanemmo colpiti.
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Quindi non solo il Lucca Comics è importante per farsi pubblicità e vendere i propri volumi, ma anche a livello di scouting di nuovi talenti che si affacciano al mondo del fumetto italiano. Anche molte altre fiere hanno questa importanza, nonostante Lucca rappresenti il caposaldo nonché l’inizio e la fine dell’anno fumettistico.
Esiste anche il Comicon che sta acquistando notevole importanza. Va detto che anche le fiere più piccole servono ed hanno la loro importanza. Anzi, essendo più piccole risultano più a misura d’uomo e non caotiche come il Lucca, ed hai anche più tempo per dedicarti a chi ti presenta un progetto e ultimamente anche per stringere collaborazioni tra case editrici. Diciamo che il Covid-19 ha dato una spinta sotto questo aspetto. Da poche settimane infatti, abbiamo lanciato con altre realtà il portale Comicrew. Ogni casa editrice pubblica lì i volumi della propria linea editoriale ma siamo uniti nel promuovere la piattaforma per farci conoscere anche da un pubblico diverso.
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Parlando del Covid-19 e di questo periodo particolare, che risultati avete avuto durante la quarantena a livello di vendite? Nonostante questo portale che sta prendendo piede, ci sono state complicazioni?
Tralasciando il fatto che ovviamente non c’erano fiere, abbiamo avuto dei picchi di vendita dopo ogni diretta che facevamo. La gente andava sul nostro sito, lo “spulciava” e faceva degli acquisti. Abbiamo, quindi, notato che comunicare in questo modo è efficace.
Parlando del Lucca Comics and Games 2020 avrete letto il comunicato stampa in cui si parla della nuova organizzazione del festival. Sono state gettate delle basi sulle quali lavorare, ma non si entra nello specifico dando semplicemente alcuni paletti come il tetto massimo di biglietti, l’organizzazione del percorso fiera, l’espansione dell’area e i Campfire. Quali sono i vostri pensieri a riguardo?
Al momento non ne abbiamo ancora discusso approfonditamente, poiché questo comunicato non entra nello specifico. Sono fiducioso perché è un team di professionisti che da anni lavora all’organizzazione della fiera. Io sarei per partecipare! Penso che limitando il numero di persone si potrà dare modo ad una casa editrice di avere più risalto. Non avendo tutta quella ressa davanti si avrà più tempo e possibilità di spiegare e parlare, avendo una comunicazione più efficace e magari più tempo per girare di più fra gli stand.
Poi per quanto riguarda le iniziative crossmediali ancora si fa fatica a capire quali siano, ma l’idea dei campfire e di collaborare con le fumetterie per fare una Lucca Comics espansa mi sembra un’ottima idea. Anche per il futuro potrebbe avere una notevole importanza e si potrebbe replicare nel corso degli anni. Anche le fumetterie più piccole potrebbero giovarne organizzando eventi, presentazioni, incontri; come succedeva anni fa in cui c’era più assiduità di pubblico all’interno delle fumetterie. Comunque da quello che si intuisce sono tutte prove che ci daranno idea di come muoversi in futuro al di là dell’emergenza Covid-19, come anche in altri contesti lavorativi, dove si è scoperto e valorizzato lo smart working, e quindi potrebbe cambiare anche il mondo fumettistico, perché no?
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Il Lucca Comics aveva un’affluenza di persone notevole e probabilmente il mondo del fumetto aveva bisogno anche di rinnovo. Pensi che valorizzare il ruolo delle fumetterie sia importante?
Certo, penso che per le fumetterie il problema è stato che ne hanno aperte “troppe”. Sembrava l’idea geniale per l’appassionato di fumetti medio: mi piacciono e mi apro una fumetteria. Non è proprio così: oltre alla passione per i fumetti bisogna avere anche la mentalità da commerciante. Devi avere competenza in quello che vendi, qualsiasi cosa sia; e la cosa che mancava era proprio la competenza. Spesso non sapevano spaziare aldilà dei loro gusti e non sapevano neanche valutare il cliente.
Tornando a Lucca, riguardo all’Area PRO e alle nuove proposte: ci sarà possibilità di proporsi?
Io penso che la possibilità di riuscire a parlare di più con le persone, con chi ha voglia di entrare in questo mondo, ci sarà. Per sceneggiatori, disegnatori, ma anche tutte le altre figure che servono ad una casa editrice come gli editor, i supervisori, i letteristi, i grafici… ed anche quelli avranno più possibilità di farsi vedere e proporsi. Ovviamente se mi viene un editor e parlando mi sbaglia i congiuntivi… magari lo mando da un’altra parte!
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Giustamente… in realtà molte persone non sanno quanto lavoro ci sia all’interno di una casa editrice per produrre un fumetto e, purtroppo, si pensa che sia una lavorazione molto semplice, portando a considerare il fumetto un qualcosa di basso livello. Anche se nel resto del mondo viene rispettato di più, come in Francia dove i fumettisti hanno addirittura un sindacato.
In Francia il fumetto è stato sempre considerato cultura, non solo roba per bambini. Già da noi lo sceneggiatore non se lo ricorda nessuno, in Francia invece viene visto come uno strumento di informazione e cultura di massa. Poi c’è da dire che sono sempre stati più battaglieri e rivoluzionari di noi ed il fatto che abbiano un sindacato non mi meraviglia. Da noi è molto individuale, non si riesce ad avere un senso comune. I passaggi di un fumetto sono attività talmente singole che quasi sempre vengono svolte da casa, quindi il senso di comunità, di gruppo, di riunirsi anche sindacalmente non c’è.
Diciamo che per noi dell’ambito del fumetto, lo smart working era già presente da molto tempo.
Sì, come dicevo io durante il look down: a me non è cambiato niente, esco sempre una sola volta a settimana per comprare le sigarette, solo che adesso metto la mascherina!
Poi c’è da dire che in Italia non ha mai aiutato il sistema di informazione. Lasciando perdere le varie frasi e giudizi espressi da politici, anche le notizie sono sempre limitate. Pensiamo a Lucca Comics: è una fiera con in media circa 500.000 partecipanti la cui copertura mediatica consiste in un servizio breve al tg dove ti fanno vedere solo i cosplay – con tutto rispetto per loro; oppure ti dicono che la viabilità è interrotta causa “manifestazione fumetti”. A Lucca vengono portati artisti di rilevanza mondiale e tutti gli anni fanno partecipare autori da ogni dove, organizzando convegni ed interviste.
Un po’ le cose stanno cambiando: c’è Repubblica che fa degli ottimi articoli sui fumetti, ma anche Wonderland, una trasmissione su Rai 4. Il comicon, per esempio, non ha copertura per non parlare di altre fiere più piccole. Consideriamo che a Lucca non c’è solo fumetto: ci portano le anteprime di film, serie tv, Netflix, la Warner Bros.
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Basta pensare anche ai videogiochi: la Sony, la Nintendo, la Microsoft, che allestiscono interi padiglioni con chilometri di fila. Una fiera che nasce dal fumetto, ma che oltre a questo offre tanto altro per quanto riguarda l’intrattenimento.
Esatto, e non ne parlano a sufficienza, però poi magari vedi il servizio sulla sagra di paese, che va bene; ma bisognerebbe dare il giusto spazio a tutto.
Rimanendo sempre in ambito di Lucca: quali sono le vostre proposte e le vostre prossime uscite?
Le due uscite più importanti che porteremo a Lucca sono il primo volume di Rocketo e il primo volume di Ford Ravenstock. Probabilmente anche il secondo volume di Rocketo che in teoria era previsto ma è dovuto slittare e conterrà una storia inedita che farà da ponte con quella che sarà una nuova serie di Espinosa realizzata con una tecnica molto particolare. Porteremo anche il primo volume delle storie noir che sarà Hanoi Swing di Mariano Rose e Simone Perlina, il secondo volume anche di Morning star in collaborazione con la Leviathan.
Sempre di Frank Espinosa, oltre a Frankenstein, anche Dracula illustrato da lui. E speriamo di riuscire a portare qualche ospite come Frank, Rose e Perlina sicuri, poi Susanna Raule e Armando Rossi per Ford Ravenstock (anche se per Armando la vedo difficile). A breve pubblicheremo l’edizione digitale de Le storie perdute di Neil Gaiman, realizzato per beneficenza: tutti i ricavi andranno alla protezione civile per la lotta contro il Covid-19. Noi cerchiamo di fare nel nostro piccolo qualcosa per aiutare.
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Voglio farvi i complimenti per quello che state facendo perché penso sia una bellissima iniziativa in un periodo difficile come questo.
Il mondo del fumetto è stato molto attivo in questo frangente. Oltre a dare gratis i PDF ci sono state molte iniziative quali Come vite distanti realizzata da Arf! che ha portato diverse decine di migliaia di euro allo Spallanzani. Ce ne sono state molte altre e noi da tanto tempo facciamo questo tipo di beneficienza contro il cancro, a favore di un ospedale pediatrico; perché essendo noi un’associazione culturale fa parte del nostro statuto e anche della nostra mission.
Allora noi restiamo in attesa di ulteriori novità, aspettando di poter leggere e magari recensire queste interessanti novità!