Quando si parla di videogiochi, in particolar modo di un tipo specifico di videogiochi, Bethesda è senza dubbio uno dei nomi che balzano alla mente. The Eldes Scrolls, Fallout, Doom, Dishonored sono alcuni dei nomi che hanno reso grande questa azienda statunitense, e sicuramente una parte di questo successo è dovuta a Todd Howard, il Game Director di, appunto, Bethesda Softworks, che si è guadagnato un certo rispetto e apprezzamento dal pubblico di gamers.
Visto che Howard ha dalla sua parte un certo bagaglio di esperienza e conoscenza in fatto di videogiochi – soprattutto riguardo la parte di creazione e produzione di un titolo -, sembra interessante evidenziare alcuni suoi commenti che possono fornire spunti di riflessione sul tema a noi tanto caro dei videogiochi. In questo caso è il sito GamingBolt che ci riporta un commento dello stesso Todd Howard riguardo la complessità e la profondità dei giochi, in particolar modo per quanto concerne gli NPC (i personaggi non giocanti) e l’intelligenza artificiale. Ecco le sue parole:
“Ci sono molte parti di un titolo nelle quali non andiamo così a fondo, raschiamo appena la superficie in termini di interattività. Questa cosa potrebbe dirsi di tutto, ma io credo che quando pensiamo ai videogiochi e a cosa vogliamo puntare, ci chiediamo prima di tutto: ok, quanto in profondità possiamo andare? L’altra parte è il modo in cui l’IA e gli NPC reagiscono a te – credo che ci sia ancora molta strada da fare in questo senso. Penso siano le cose principali”.
Dunque importanza primaria all’interazione del giocatore con i personaggi presenti all’interno del gioco e maggior profondità per quanto riguarda l’IA, sono alcune delle caratteristiche alle quali Todd Howrd vorrebbe puntare in futuro. O quantomeno degli elementi che egli ritiene importanti per un titolo.
E voi cosa ne pensate? L’interazione, nel senso spiegato sopra, all’interno di un videogioco è un fattore decisivo secondo voi? Così come lo è l’intelligenza artificiale? Siete d’accordo con le parole del game director?