Negli ultimi anni sta avvenendo uno strano fenomeno videoludico, i giocatori più attenti se ne saranno accorti, per il quale i generi GDR (gioco di ruolo) e azione si stanno avvicinando sempre più e stanno portando a dei titoli ibridi che cercano di prendere il meglio dalle due tipologie di giochi. Lavori di pregio come God of War (2018), Assassin’s Creed: Odyssey e Final Fantasy 7: Remake sono solo alcuni esempi di questa tendenza, oggi però vogliamo andare in contro corrente e consigliarvi Dragon Quest XI: Echi di un’Era Perduta, un GDR nudo e crudo di casa Square Enix, che andrebbe giocato proprio per questo suo essere “vecchio stampo”.
Un eroe, una spada magica e un signore delle tenebre
La trama di Dragon Quest XI: Echi di un’Era Perduta non potrebbe essere più semplice: l’eroe protagonista, guidato dal giocatore, è un ragazzo che sa poco o nulla del suo passato e deve intraprendere un viaggio per raggiungere la Spada della Luce, con la quale potrà salvare il mondo sconfiggendo il malvagio Mordegon.
La semplice storia di base, però, non è che una cornice narrativa – la quale richiama l’espediente della peste per il Decameron di Boccaccio – all’interno della quale si svolgono tutti gli avvenimenti dei vari e coloriti personaggi che ci accompagneranno nell’epica avventura e che saranno, di fatto, il nostro party per le battaglie. In Dragon Quest abbiamo quindi due livelli di narrazione: quella semplice e generale, composta principalmente dalle vicissitudini del gruppo, e quella dei singoli personaggi, che vengono tratteggiati sempre meglio con il passare delle ore di gioco. Non fatevi ingannare però, quando la storia sembra finita e il nemico sconfitto, è proprio allora che si inizia a giocare davvero.
Un mondo colorato da esplorare
Chi non è avvezzo allo stile di Dragon Quest rimarrà sicuramente sbalordito dall’aspetto cartoonesco delle creature e degli umani che vivono in questo mondo. Lo stile anime, reso eccellente dal character design del maestro Akira Toriyama, invoglia il gamer a non fermarsi mai nell’esplorazione della vastissima mappa di gioco, si è sempre spinti oltre in un’incessante smania di progressione. In questo senso il giocatore è avvisato: Dragon Quest XI crea dipendenza!
Sì perché Dragon Quest è soprattutto questo: un’avventura. Alcune idee relative al design di cui abbiamo parlato prima si possono trovare geniali, si potrebbe rimanere abbacinati dalla bellezza di alcune tecniche e abilità, ci si potrebbe perdere nelle mille sfaccettature di una caratterizzazione del party estremamente profonda ma poi si tornerebbe sempre lì, fuori dal villaggio a camminare e camminare in lungo e in largo, in un mondo colorato e fantastico.
Un libro da leggere la sera, prima di addormentarsi
Abbiamo capito che Dragon Quest XI è un titolo votato all’avventura, ma se qualcuno immagina l’adrenalina di una scalata alla Uncharted o l’impegno mentale di un dungeon alla Zelda si sta sbagliando di grosso, fra le mani abbiamo l’equivalente videoludico di un tranquillo romanzo da godersi la sera, prima di dormire. Questo perché le varie mini-avventure e sotto trame del gioco (che a volte sono così belle ed emotivamente coinvolgenti da far dimenticare il male assoluto che ci apprestiamo ad affrontare) si susseguono in maniera dolce e senza brusche interruzioni o cesure. Tutti gli avvenimenti sono raccontati con una sapiente calma e la tranquillità – che la fa padrone – viene scossa giusto quando serve, un colpo di scena qui, un boss più impegnativo là. Tutto il resto è ovattato, è flemma assoluta.
Un capolavoro nuovo nato da uno stile d’altri tempi
Qui vogliamo tornare a quanto detto all’inizio dell’articolo, Dragon Quest XI è l’ultimo esponente (per ora) di un genere – il GDR classico – che sta tramontando, in favore di titoli che strizzano l’occhio alle nuove generazioni, maggiormente attratte dall’azione e dal “tutto e subito”. Fa sorridere pensare come il sottotitolo di questo Dragon Quest sia Echi di un’Era Perduta, quasi come se si riferisse all’evoluzione che sta avvenendo nel panorama videoludico . Questo però è anche uno dei motivi che dovrebbero spingere chiunque a provarlo. Dragon Quest offre tutto ciò che più di 30 anni di JRPG hanno inventato e raffinato: un gameplay a turni quasi perfetto, una caratterizzazione e personalizzazione dei protagonisti estremamente profonda e variegata (al limite dello scoraggiante per i novizi) e un mondo di avventure tutto da vivere ed esplorare, con i propri tempi e le proprie capacità.
Fidatevi di chi lo ha giocato e stragiocato, Dragon Quest XI: Echi di un’Era Perduta è un titolo che va provato e amato soprattutto perché offre un luogo magico dove tornare, offre tante emozioni formato anime ma soprattutto un’avventura che può essere vissuta con i propri tempi.
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