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Hiroshima e Nagasaki, il dramma dell’atomica raccontato da un anime

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6 e 9 agosto 1945, due date segnate nel grande libro della storia con il sangue di migliaia di innocenti. Hiroshima e Nagasaki cancellate in un istante, neanche il tempo di urlare, di scappare, tutto è finito nel momento in cui è stata sganciata la bomba nucleare.

I sopravvissuti

E quando il fungo atomico si è dissipato è stato impossibile anche fare la conta dei morti, carbonizzati, addirittura liquefatti dall’esplosione. Gli hibakusha, i sopravvissuti, sono i primi a rendersi conto della devastazione che li circonda.

Sul luogo arrivano poi i capi dell’esercito, i giornalisti e i politici che hanno descritto un orrore come mai prima. Su quel terribile evento si scrivono libri di storia, articoli, film, poesia e perfino il mondo dei manga e degli anime non può ignorare la catastrofe vissuta dal Giappone.

Un anime sulla bomba atomica

Hadashi no Gen, anime del 1983, parla del lancio della boma atomica su Hiroshima e ne descrive con cruda precisione gli effetti sulle persone e sulle cose. Il lungometraggio è tratto da un manga di Keiji Nakazawa, che è anche il bambino protagonista, in quanto la storia è un racconto autobiografico.

Vi invito a non guardare il video se siete facili a impressionarvi perché le immagini sono forti, crude e brutali nella loro aderenza alla realtà.

Ancora oggi a 75 anni di distanza si discute su questi fatti e soprattutto sul perché ancora tanti Paesi detengano un arsenale nucleare che potrebbe potenzialmente estinguere la vita sul pianeta per come la conosciamo.

Le armi nucleari sono state usate prima per fare capitolare il Giappone durante la Seconda guerra mondiale, poi come deterrente durante la guerra Fredda e adesso come asso nella manica di piccoli Paesi vicino e medio orientali o di potenze asiatiche che cercano di affermare il loro dominio sulla zona.

Il dolore di chi resta

Eppure ci sono ancora sopravvissuti, ci sono ancora persone che hanno negli occhi l’orrore dei corpi in cenere, delle orribili bruciature sui visi di stupende geisha, dei kimono imbrattati di polvere, dei bimbi soli per le strade di una città che non esiste più e delle conseguenze a lungo termine causate da quell’immenso rilascio di radiazioni.

E questi hibakusha, i sopravvissuti, il cui numero e testimonianza diminuisce di anno in anno, chiedono solo una cosa: il disarmo, subito, per evitare che una tragedia come quella di Hiroshima e Nagasaki si ripeta ancora.

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