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Hero’s: il cross-over che rivela i segreti dei manga di Hiro Mashima

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Quando non gioca a Final Fantasy 7, Hiro Mashima disegna manga – e lo fa con crescente fortuna da ormai 20 anni. E una delle sue particolarità e che, anche quando una storia finisce, nessun personaggio scompare per sempre, perché il mangaka si diverte a sperimentare: lo recupera, lo modifica e a volte lo porta addirittura in nuovi universi dove si confronta con i protagonisti di altre storie.

È quello che è successo con la miniserie cross-over Hero’s uscita su Weekly Shōnen Magazine nel 2019 e che conta fino ad adesso 10 capitoli. In questa storia Mashima mette insieme i personaggi dei suoi tre manga più popolari Rave, Fairy Tail e il nuovo Eden’s Zero creando una combinazione davvero esplosiva.

I protagonisti Haru, Natsu e Shiki

Ed è lo stesso Mashima a dimostrarci come i suoi lavori possano essere letti come un’unica grande avventura, in cui i personaggi ritornano anche con sembianze simili. È il caso questo dei tre protagonisti che si chiamano non a caso – e scopriremo il perché – come le stagioni: Haru (primavera) di Rave, Natsu (estate) di Fairy Tail e Shiki (quattro stagioni) di Eden’s Zero.

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Ma perché Natsu e Haru si stupiscono del nome di Shiki e perché quelle parole sibilline di Happy? È presto detto: in delle precedenti opere Mashima sensei aveva già usato il nome Aki (autunno) per il protagonista di Monster Soul, mentre Mafuyu (fuyu vuol dire inverno) è il nome del protagonista di uno one shot intitolato Combo Squad Mixture dell’opera Hiro Mashima’s Playground.

Mashima in un’intervista aveva giustificato la scelta di quei nomi per venire incontro alla necessità di pronuncia dei molti fan giapponesi che altrimenti con dei nomi occidentali si sarebbero trovati in difficoltà.

Haru, Natsu e Shiki, anche se all’apparenza si assomigliano, hanno delle caratteristiche peculiari, come anche i loro poteri: mentre il primo è un Rave Master e combatte usando il potere delle rave stones e una spada, il secondo è stato cresciuto da un drago e ha sviluppato i poteri di un dragon slayer, mentre il terzo usa l’ether gear, nel suo caso quello della gravità.

Ammesso e non concesso che tutti e tre prendono tantissime botte, ma che alla fine ripagano con gli interessi, sono diversi per carattere: Haru è quello più serio (se serio si può dire) dei tre ed è anche quello i cui sentimenti per la partner femminile sono stati meglio chiariti, Natsu invece è forse il più scanzonato, mentre Shiki ha atteggiamenti a volte quasi infantili (come la sua paura per gli insetti). Li accomuna una determinazione fuori dal comune nei momenti di pericolo e l’affetto che li lega ai loro compagni per i quali sono disposti a rischiare la vita.

Le protagoniste Elie, Lucy e Rebecca

Insomma c’è un filo rosso, che non si fa fatica a notare, che lega i personaggi di Mashima, ma le “coincidenze” non si fermano certo qui e nel volume Hero’s sono davvero evidenti.

Parliamo ad esempio delle eroine dei vari manga Elie (Rave), Lucy (Fairy Tail) e Rebecca (Eden’s Zero) che sembrano decisamente lo stesso personaggio, ma con delle acconciature diverse.

Ma a parte l’aspetto cosa le accomuna? Non solo l’essere essenziali con i loro poteri per la storia – se non fosse stato per il Cat Leaper di Rebecca Eden’s Zero sarebbe già finito e se non fosse per l’Etherion di Elie il mondo sarebbe distrutto e non contiamo le volte che Lucy con i suoi spiriti stellari ha salvato la situazione e Natsu –; ma la loro presenza serve anche a contenere le azioni, spesso sconclusionate, delle controparti maschili. Insomma oltre a combattere devono sempre stare attente che Haru, Natsu e Shiki non ne combinino qualcuna delle loro.

Le “spalle” maschili Musica, Grey, Weisz

E pensate che sia finita qui? E invece no, ecco che arrivano le spalle dei protagonisti: Musica (Rave), Grey (Fairy Tail) e Weisz (Eden’s Zero) e anche questa volta Mashima sembra non aver lavorato troppo con la fantasia, ma ci potrebbe stupire in realtà quanto i tre siano caratterialmente diversi.

Tutti e tre sono gli “aiutanti”del grande eroe, sono insomma quel personaggio che arriva sempre per dare una mano e aprire la strada al protagonista. Stesso taglio di occhi, stessa aria da belloccio e stessi capelli sparati, potevamo aspettarci qualcosa di diverso? Musica è un silver claimer ed è forse quello più maturo e con Weisz condivide il fatto di essere un po’ un donnaiolo. Quest’ultimo però è davvero un genio e con la sua conoscenza delle macchine si sta dimostrando utile per la truppa di Shiki. 

Grey è quello fisicamente più forte (con la sua magia del ghiaccio), ma spesso si mette a litigare con Natsu come fossero due bambini e, senza capirne il motivo, è perseguitato da Juvia (un altro membro della sua gilda) che da sempre è innamorata pazza (letteralmente pazza) di lui.  

Le combattenti Julia, Erza, Homura

Ma non è finita neanche stavolta con le somiglianze, ecco scendere in campo anche Julia (Rave), Erza (Fairy Tail) e Homura (Eden’s Zero). Dobbiamo dire che questa volta le tre non si assomigliano così tanto, ma è interessante vedere come i personaggi siano costruiti in modo simile: Erza e Julia sono di certo le più adulte e quando si arrabbiano fanno davvero paura, ma sanno essere gentili con le persone a cui tengono. Homura invece condivide con Erza il fatto di essere una spadaccina (anche se ne ha di strada da fare prima di diventare forte come Titania).

Julia invece ha la forza dei draghi e come Homura dice sempre ciò che pensa (anche se quest’ultima sta cercando di correggere questa abitudine). Ah, e in Eden’s Zero c’è un personaggio (di cui ancora non sappiamo molto) che è la copia esatta di Erza, parlo di Elsie Crimson (una piratessa spaziale).

Saranno finite adesso le similitudini no? E invece vi sfido a trovare le differenze tra i prossimi personaggi (pure i nomi giapponesi sono simili) che sembrano letteralmente viaggiare da un manga all’altro, parliamo di Sieg Hart (Rave), Gerard (Fairy Tail), Justice (Eden’s Zero) e Genesis (Hero’s).

  

Buoni, cattivi, sempre fortissimi e con i poteri delle stelle, tatuaggio sulla faccia e sguardo da “so tutto io”, che poi la sanno davvero lunga. Potremmo aprire un capitolo su questi personaggi, ma vi lascio al piacere di leggere tutti i manga per farvi un’idea… sono un migliaio di capitoli in tutto, tempo della fine della quarantena ce la fate!

Il cross-over Hero’s non solo ci mostra queste somiglianze, ma Mashima coglie anche l’occasione per ridisegnare dei personaggi vecchi di anni, con uno stile più aggiornato e maturo (nelle versioni originali i personaggi si distinguono in maniera più netta per il tratto del disegno che è diverso).

Ma sapete qual è una cosa davvero particolare? La meta narrazione di Hero’s tra le cui pagine spunta proprio un “creatore” che non è altri che Hiro Mashima che prende le sembianze di un vecchietto che dice ai protagonisti di aver disegnato tutte e tre le storie.

Insomma Mashima – piaccia o meno – è davvero un racconta-storie, si diverte a giocare con i suoi personaggi e a farli incontrare, anche in modi inaspettati. È il caso della comparsata di Natsu e Lucy in Eden’s Zero, un modo affettuoso con cui il mangaka ha omaggiato i protagonisti del suo precedente lavoro facendoli apparire in quello nuovo. Una casualità? Chissà, Mashima ha reso evidente come siano fluidi i confini della sua narrazione, che Hero’s non sia che l’inizio di un progetto ben più complesso?

 

Lucrezia Melissari



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