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Giffoni Film Festival: Tito Faraci e Wallie presentano “Un Sogno Chiamato Giffoni”

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Oggi, 21 Agosto 2020, giornata speciale al Giffoni Film Festival.

Nel paese di Giffoni Valle Piana, in questa edizione all’insegna del distanziamento sociale, il Giffoni Film Festival festeggia il suo cinquantesimo anniversario: mezzo secolo di attività!

Un’attività che ha sempre stupito in quanto ad attenzione nei confronti di registi esordienti e produzioni giovanili: dove giovanile non significa di quart’ordine ma è sinonimo di sognare e osare di entrare in un mercato difficile e criptico come quello cinematografico.

Nonostante il Covid-19 abbia messo in ginocchio il nostro Paese, il Giffoni Film Festival è rimasto in piedi, sicuramente scosso, ma a testa alta a fronteggiare il suo compleanno e questo nemico comune. Adottando presidi e metodi preventivi il Giffoni Film Festival riesce a superare gli ostacoli più inaspettati regalando una fiera un evento di emozionare.

Un sogno chiamato Giffoni: la Masterclass

È Claudio Gubitosi ad aprire la presentazione della Masterclass con Tito Faraci e Wallie per la presentazione della graphic novel Un Sogno Chiamato Giffoni. Il duo non aveva mai incontrato il presentatore, eppure si avvertiva già una certa sintonia. Il binomio Faraci-Wallie ha saputo conquistare il cuore di Gubitosi. 

Mi mancava un po’ (gli eventi dal vivo n.d.r.), rivela Tito Faraci, mi è dispiaciuto molto non poter partecipare al Comicon. 

Ha proseguito poi con un plauso all’organizzazione del Giffoni Film Festival, che in poco tempo ha saputo fronteggiare l’emergenza e permettere lo svolgimento, seppur monitorato, delle attività. 

Passando al fumetto è proprio Tito Faraci a prendere la parola, descrivendo in primis il suo lavoro: una professione misteriosa che pochi esperti conoscono appieno. Lo sceneggiatore, come ha spiegato, ha il compito di immaginarsi la storia e poi il disegnatore la interpreta, nessuno toglie all’altro e non c’è un capo.

È come se stessimo girando un film: lo sceneggiatore sarebbe il regista, la troupe, gli operatori, mentre il disegnatore è l’interprete, tutto il cast. 

Per Wallie però era la prima esperienza con una sceneggiatura ma la cosa non l’ha impensierito, anzi gli ha dato numerosi spunti ed è risultata un’esperienza molto positiva. Fin da piccolo leggeva i numeri di Topolino e Diabolik scritti da Faraci e quindi è stato un po’ come un ritorno al passato, ha spiegato Wallie.

Il loro rapporto è nato per caso per poi intensificarsi durante il percorso creativo, nonostante la distanza e l’impossibilità di incontrarsi durante la quarantena.

La quarantena è stata per me un’esperienza difficile, rivela Tito Faraci, perché anche se scrivi storie ambientate nello spazio, hai sempre bisogno del rapporto umano. Di girare per strada e parlare con amici, conoscenti, perché alla fine si racconta di relazioni umane anche nello spazio. In quel momento ho esaurito molto il mio carburante, ma questa collaborazione ha impedito il completo esaurimento.

Tito Faraci

Tito Faraci è nato nel 1965. È uno dei più noti sceneggiatori italiani di fumetti, pubblicato in decine di paesi del mondo. Ha scritto storie per personaggi come Topolino, Dylan Dog, Tex, Diabolik, Spider-Man, DareDevil e Capitan America. Per Feltrinelli ha firmato nel 2015 il romanzo “La vita in generale”, due libri in coppia con Sio e l’adattamento a fumetti di “Senza sangue” di Alessandro Baricco. Il suo ultimo romanzo è “Spigole” (Feltrinelli, 2020).

Wallie

Wallie, nome d’arte di Walter Petrone, è un illustratore e fumettista che vive e lavora a Bologna, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti. Emerso in rete, ha un seguito di oltre centoventimila follower su Instagram, in continua crescita. Cantore dei sogni e delle angosce della sua generazione, ha esordito nel 2018 con “Solo un altro giorno” (ManFont). Per Feltrinelli Comics nel 2020 ha pubblicato “Croce sul cuore” e un racconto nell’antologia “Sporchi e subito”, a cura di Fumettibrutti.

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