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Dylan Dog 426: La morte in palio

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Ecco il consueto appuntamento con Sergio Bonelli Editore per parlare della nuova uscita di Dylan Dog 426: La morte in palio. Episodio, molto interessante, scritto dal duo Porretto/Mericone e disegnato da Armitano.

Dylan Dog 426: la trama

Tutto inizia in una stanza con uno zoom in sul monitor di un pc. C’è una ragazza che si vuole buttare e un’altra sopraggiunge provocandola a farlo. La ragazza si ritrova in ospedale.

Scopriamo il nome delle due: la ‘suicida’ Sandra Martin e Ruth Palmer. Poco dopo sopraggiungono in ospedale il detective Carpenter e la sergente Rakim, intenti a scortarla a Scotland Yard come sospettata dell’omicidio di Sandra.

Tuttavia Ruth chiede di parlare con Dylan Dog. Si scopre che si sono conosciuti ad una festa diverso tempo prima e adesso sarà compito di Dylan capire la verità sul conto della signorina Palmer.

Narrazione e disegni

Rita Porretto e Silvia Mericone sono le autrici di questo episodio di Dylan Dog 426. La storia è molto intrigante, forte sotto il punto di vista sia del ritmo che della narrazione. Con cambi e flashback che, saggiamente, non rallentano la lettura ma dinamizzano contestualizzando il tutto in maniera efficace.

Suggestivi i disegni di Paolo Armitano, già presente su “Tripofobia” o “Chi muore si rivede”, caratterizzati da uno stile inconfondibile e un bell’accostamento fra presente e ricordi. Il tutto fondendosi con la storia, crea un episodio davvero avvincente.

Conclusioni

Dylan Dog 426, risulta essere una specie di resurrezione dal Dylan Dog 425, che seppur interessante, non ci aveva convinto a pieno. Quest’albo si divora in poco tempo dato il pathos e il ritmo incalzanti che spingono il lettore a sfogliare le pagine.

Molto importante, e da non sottovalutare, anche la storia così surrealmente attuale; e forse è proprio questo il punto di forza di episodi come quello appena descritto.

Volendo generalizzare, l’accostamento del surrealistico Dylan ad una quotidianità verosimile, bisognosa e fremente di un Indagatore dell’incubo, forse dà alla narrazione un aggancio in più con l’animo del lettore.

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