La storia inizia con una metafora che ci accompagnerà per tutto l’arco della narrazione. Da subito al lettore vengono introdotti i soprusi, le difficoltà, le ingiustizie e le atrocità causate dalla guerra civile in Costa d’Avorio, facendoci soffermare su un’imbarcazione che viene fatta affondare.
La storia poi si sposta a Londra, dove facciamo conoscenza con Abdel Ouatta, un signore che, parlando con Dylan Dog, racconta di essere scappato dalla Costa d’Avorio, e di essersi rifatto una vita diventando ricco, ma che delle entità lo stanno infastidendo.
Dylan di primo acchito non gli crede, pensa possa trattarsi di sensi di colpa, così decide di rivolgersi ad un centro che aiuta persone con questi traumi. Lì conosce Shira una ragazza ivoriana che lo aiuterà a chiarire alcuni dubbi riguardanti il suo cliente.
Narrazione e disegni
La storia è stata scritta da Gabriella Contu che, come da sua firma, usa ampiamente queste metafore. La storia tratta tematiche di attualità, molto valide e raccontate in maniera dinamica. Lasciando però un contorno definito dei personaggi.
I disegni realizzati dall’abile mano di Daniele Caluri, rendono il tutto molto plastico abbinandosi a tavole e vignette di grande impatto narrativo e artistico; forse ricordano vagamente un tratto texwilleriano.
Conclusioni
Dylan Dog 425 è un albo molto particolare. La storia è fin da subito molto interessante, trattando di tematiche contemporanee e andando a rivelare la crudeltà dell’animo umano in determinate situazioni.
Il finale pone numerose domande anche di tipo etico, riflessioni importanti che danno numerosi spunti ed è questo il vero punto di forza della storia. Tuttavia in alcuni passaggi personalmente trovo che si sia un po’ corso, probabilmente per limitati dal ristretto numero di tavole, e, nonostante sia una episodio moltoavvincente, a volte i personaggi, per quanto funzionali, sono presentati un po’ velocemente.
I disegni richiamano molto un’impostazione bonelli-texwilleriana, plastica, con un uso ben definito e oggettivo della vignetta; cosa alla quale Dylan stava cercando di discostarsi. È uno stile che può non piacere, e questo, come sempre, è molto soggettivo, tuttavia rimane un tratto estremamente funzionale e descrittivo.