Oggi vi presentiamo DARK FRONTIER, un titolo edito dalla Leviathan Labs, scritto da Massimo Rosi con i disegni di Luca Panciroli, i colori di Pamela Poggiali e il lettering di Mattia Gentili. Nella quarta di copertina si legge: “Un western fantascientifico sospeso tra le atmosfere di Mad Max e 1997 – Fuga da New York”. Un mix sapientemente equilibrato di sottogeneri capaci di creare qualcosa di nuovo. Dark Frontier è un’opera davvero interessante e ben riuscita, capace non solo di incollare gli occhi del lettore alle pagine, ma soprattutto di coinvolgerlo emotivamente.
Trama
In America è stata costruita una muraglia invalicabile per difendere il paese da invasori e immigrati. Nientre entra e niente esce. Ma con il tempo le risorse finiscono e i ribelli, che difendono le riserve verdi dalle industrie governative, vengono ben presto presi di mira. In questo scenario post-apocalittico si muovono i nostri protagonisti: Lucreline e Maximof (Luc e Max).
Ormai sono due reietti, gli unici sopravvissuti di un gruppo di ribelli conosciuto come Black Mountain Ghosts. Lottavano per proteggere le riserve naturali nel sud del Paese, ma il governo americano, alla fine, ha avuto la meglio su di loro.
Maximov è stato quasi ucciso per difendere la ragazza ed è ora privo di ragione, una bestia il cui unico istinto è quello di protezione verso Luc, che invece, mossa dalla forza della disperazione, continua a lottare come cacciatrice di taglie per trovare una cura alle menomazioni dell’amato e per lasciare quel paese ormai senza futuro.
Narrazione
La storia ha uno scorrimento quasi cinematografico: inizia con un flashback che ci introduce in modo brutale nella storia e, a piccoli passi, il primo volume ci spiega perché il mondo è finito sull’orlo del baratro e perché i nostri protagonisti sembrano vagare senza meta in questa landa desertica.
La protagonista e voce narrante è Luc, che poco a poco, dal suo punto di vista, ricostruisce i pezzi di una vita che adesso fa fatica a rimettere insieme. È una donna forte e ostinata, ma non una folle idealista, anzi in più di un’occasione si è dimostrata piuttosto pragmatica. Ama Max, un sentimento che si fa fatica a spiegare a parole, e lo ama anche adesso, anche se del suo uomo non è rimasto che un guscio vuoto.
Proprio questi suoi sentimenti, questa mancanza sono alla fine il motore della storia. Lei farà di tutto per trovare una cura alla condizione di Max ed è disposta a tutto, ma presto dovrà domandarsi se vale la pena inseguire il passato e non sia invece meglio accontentarsi di quello che il presente concede.
Disegni e colori
I disegni sono intensi, ben strutturati e dinamici, e in alcune scene sanno essere anche profondamente sensuali. I colori, che sono davvero “emotivi”, costituiscono un sottotesto denso di significato, e sono in grado di rendere unica ogni scena. Le tavolozze sono principalmente di tre colori: il presente è sui toni del giallo, come il deserto, anche psicologico, che i nostri protagonisti devono attraversare. C’è poi il passato sui toni del rosa, e infine il blu, che avvolge tutto in una sorta di oblio della mente.
Era tanto che non leggevo un fumetto così coinvolgente e capace di rappresentare i sentimenti in modo semplice, ma altrettanto autentico. I protagonisti della storia sono due amanti, due ex ribelli ora cacciatori di taglie in un mondo che è la loro prigione.
Dark Frontier è una storia soprattutto di amore, un sentimento che più che essere indissolubile come il diamante, è sfaccettato e delicato come il cristallo. Luc e Max ci dimostrano che si può amare in modi diversi. L’amore cambia e può tradursi in emozioni nuove, può diventare un peso o rappresentare la salvezza, ma l’importante è non smettere di amare, anche a costo di perdere tutto.
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