Non si vede la fine di quella che, oramai, ha tutti i contorni di una crociata intrapresa da Jason Schreier ai danni di CD Projekt Red. Oggetto del contendere, ovviamente, Cyberpunk 2077 e il team dietro la sua realizzazione.
Nei giorni scorsi, dalle pagine di Bloomberg, l’ex penna di Kotaku ha raccontato delle testimonianze di alcuni sviluppatori sia ex dipendenti che attualmente impiegati dalla compagnia polacca. Il quadro che ne è venuto fuori non è affatto lusinghiero per i vertici della software house. Già nel corso del 2020, Schreier aveva lanciato accuse pesantissime di Crunch a cui tutti sarebbero stati sottoposti. I dirigenti di CD Projekt non hanno mai ufficialmente smentito quelle voci, non del tutto almeno.
Adesso che sul piattosono stati messi ulteriori capi d’imputazione, CD Projekt RED non ci sta più e si scaglia contro il giornalista. A rispondere è niente meno che il CEO di CD Projekt, Adam Badowski. Attraverso il suo profilo Twitter Badowski ha risposto punto per punto a tutte le accuse mosse da Schreier. L’ultima, la più grave, è quella con la quale il giornalista raccontava di una demo di Cyberpunk 2077 artificiosa presentata durante l’estate del 2018. Secondo l’ex di Kotaku si sarebbe trattato di un filmato che nulla aveva a che vedere col prodotto finale. La delusione dei fan ha portato alle scuse da parte del team.
Badowski, anche in questo caso, non smentisce del tutto le affermazioni di Schreier ma prova a giustificarsi asserendo come, nell’industria videoludica, sia pratica comune cercare di presentarsi al meglio durante i grandi eventi. Anche l’organo garante dei consumatori polacchi, lo UOKiK, si è interessato della vicenda.
Non è chiaro se, adesso, alla replica di Badowski seguiranno anche azioni legali nei confronti del giornalista. Al momento la compagnia polacca potrebbe avere ben più seri grattacapi dato che, adesso, le class action nei suoi confronti hanno raggiunto il ragguardevole numero di 5 in totale.
Ciò che resta, per il momento, è la certezza che Cyberpunk 2077, nel bene e nel male, abbia irrimediabilmente segnato un capitolo della storia videoludica.