Sicuramente vi sarà capitato, girando per le varie fiere e stand, di notare alcuni fumetti autoprodotti. Tuttavia spesso aleggia intorno ad essi un pregiudizio: perché non pubblicare con una casa editrice? Sono forse più scadenti degli altri? I dubbi che affliggono il lettore sono molti, e i pregiudizi forse ancora di più.
Sarà veramente così? E soprattutto, vale la pena autoprodurre un fumetto? Per capirlo prima dobbiamo addentrarci nei retroscena.
Autoproduzioni: cosa sono?
Possiamo definire autoproduzione la stampa di un’opera da parte dei propri autori, i quali investono i loro fondi personali per metterci le risorse necessarie alla pubblicazione. L’autore, o il team autoriale, ricopre quindi tutti i ruoli produttivi e manageriali.
Sarà compito e responsabilità dell’autore decidere e redigere tutte le varie fase della realizzazione di un fumetto: dal controllo di bozze alla scelta della carta, dalla qualità dei colori all’impaginazione, dall’analisi di mercato alla distribuzione, dalla pubblicità al prezzo di copertina.
Autoproduzioni e qualità
Una delle principali preoccupazioni del lettore, quando si parla di autoproduzioni, è sicuramente la qualità. Una casa editrice è per molti una garanzia, e l’assenza di un marchio che possa assicurare la qualità di un’opera spaventa.
Se un’opera è valida, perché nessun editore ci ha voluto investire denaro?
La risposta non è sempre lineare. Le ragioni che spingono un editore a non investire su un fumetto, oltre alla più ovvia e cioè che non sia un’opera valida, possono essere racchiuse in due grandi gruppi: costi e lungimiranza.
Costi
I costi per una casa editrice sono importanti. Non dimentichiamoci che dopotutto sono aziende, e come tali l’obiettivo non è solo di promuovere la cultura, ma anche guadagnarci (o almeno tornare in pari). I costi di stampa e distribuzione di un fumetto da libreria sono i principali, stiamo quindi parlando di un tipo di investimento che richiede tempo e attenzione, in quanto porta con sé molti rischi.
Non si può scindere l’opera dal contesto economico in cui viene creata. I costi di creazione (dall’editing all’impaginazione), di stampa, spedizione e magazzino hanno stroncato le possibilità di più di un’opera.
Per inciso, qui il discorso è focalizzato su fumetti da libreria poiché i fumetti da edicola hanno un apparato di distribuzione e costi differente.
Lungimiranza
Come abbiamo appena detto, non si può scindere l’opera dal contesto economico, e questo vale anche a lungo periodo. Il lavoro dietro alla creazione e pubblicazione di un fumetto può richiedere anni, e la casa editrice deve avere la lungimiranza di scegliere i titoli e gli autori giusti per il proprio catalogo. Una scelta che viene presa in base a diversi fattori, e che spesso porta a un’esclusione di nuovi titoli non perché siano di scarsa qualità, ma perché arrivati nel momento sbagliato.
Quindi capita che progetti che al momento risultano sbagliati per il mercato o per il pubblico vengano rifiutati, nonostante la loro validità. Tuttavia a volte succede anche l’opposto: ossia che fumetti reputati innovativi si rivelino un flop poiché la casa editrice non è stata in grado di capire il mercato e i lettori.
Una scelta fatta oggi i cui risultati si vedranno fra un anno o più non è delle più semplici da effettuare, ecco perché le persone addette devono essere formate e capaci. Bisogna educare il proprio pubblico, coltivarlo, analizzare il mercato e appunto essere lungimiranti.
Vantaggi
Provando a passare per le canoniche case editrici si potrebbe incappare nei suddetti rifiuti. L’autoproduzione quindi risulta una valida alternativa per molti autori, soprattutto emergenti, che cercano di farsi un nome. Come ogni cosa ci sono dei vantaggi e degli svantaggi da prendere in considerazione.
Il principale vantaggio sono sicuramente le royalties, più alte rispetto a quelle che si riceverebbero lavorando con una casa editrice. Il ricavo è, nella maggior parte dei casi, interamente degli autori. Questo ovviamente comporta anche che tutti i costi pesano sulle loro spalle.
Un altro vantaggio è il pieno potere sulla propria opera: se con una casa editrice si deve mediare con editor, linea editoriale e richiesta di mercato, con l’autoproduzione l’autore ha tutto nelle sue mani. Come sempre, però, è un’arma a doppio taglio. È indispensabile essere estremamente autocritici, o in alternativa assumere esperti che possano commentare e migliorare l’opera.
Un altro vantaggio è la possibilità per molti autori di pubblicare online e risparmiare sulle varie spese di stampa e distribuzione. Tuttavia il mercato digitale non vanta un numero di lettori così alto come il cartaceo. Inoltre bisogna sempre pensare che, parlando di fumetti, avere la copia cartacea, soprattutto per gli appassionati, è importante. Chiedete a chiunque cosa preferirebbe: una copia stampata, magari con dedica dell’autore, o un file?
Svantaggi
Gestire un’autoproduzione non è semplice. Bisogna occuparsi di ogni fase della produzione, dalla creazione dell’opera alla messa in commercio. Gestirne una in autonomia, infatti, è estremamente difficile in quanto richiede un set di capacità molto ampio.
Uno dei primi ostacoli è la produzione del fumetto in sé: il formato migliore, i colori, la correzione delle bozze, l’impaginazione, la carta, la distribuzione, la pubblicità… purtroppo se non si è competenti si rischia di fare danni inenarrabili e spesso, anche quando lo si è. Bisogna quindi avvalersi di un team cooperativo o di un team remunerato a cui settoriare le varie mansioni del processo realizzativo.
Inoltre è sempre importante avere un occhio critico esterno. Infatti capita di frequente che alcuni fumetti autoprodotti pecchino in questo. Un autore difficilmente riuscirà ad essere oggettivo e a vedere i suoi errori. Un rischio quindi, se non si chiedono aiuti esterni, è quelli di peccare di superbia e creare un colossale flop.
Un altro ostacolo si riscontra nella fase di vendita: come raggiungere il proprio target? Come fare pubblicità al meglio del fumetto? Non basta produrre un’opera di valore per far sì che abbia successo, il marketing è una fetta importante del processo e se fatto con superficialità può decretare il fallimento del progetto.
Ci sono, ovviamente, persone che hanno tratto benefici dalle autoproduzioni e che sono riuscite a emergere, proprio grazie a una buona campagna di marketing o a un pregresso successo nell’ambiente o sui social. Avere uno zoccolo di possibili lettori già affezionati al personaggio o all’autore sicuramente dà una marcia in più all’opera.
Conclusione
Generalizzare non serve.
Non si può negare che ovviamente molti fumetti scadenti vengono autoprodotti e questo satura il mercato di “spazzatura”, come del resto è anche vero che molti fumetti prodotti da case editrici lo siano.
Il pregiudizio, però, non è mai giustificabile: per giudicare un’opera bisogna prima leggerla senza guardarne la provenienza, e valutarla per quello che ci trasmette.