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Anche quest’anno alla 92ᵃ edizione degli Oscar non sono mancate le sorprese

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La notte tra domenica e lunedì appena trascorsi si è tenuta a Los Angeles l’attesa consegna degli Oscar. Anche questa volta senza presentatore, durante l’evento non sono mancate conferme, ma soprattutto i colpi di scena.

La serata è stata aperta dall’esibizione di Janelle Monáe che ha modificato una sua canzone per criticare il fatto che ci siano troppi bianchi a votare e a vincere gli Oscar. La Portman sul red carpet ha indossato una giacca con scritto i nomi di registe donne non candidate, Brad Pitt è intervenuto sulla questione impeachment, J. Phoenix sui temi ambientali, Eminem si è esibito con reazioni diverse da parte del pubblico, insomma solita routine da Oscar. 

E arriviamo quindi al tema caldo: il premio per il miglior film è andato a Parasite, lungometraggio sudcoreano di Bong Joon-ho, che si è aggiudicato anche l’Oscar per la miglior regia e i premi per il miglior film internazionale e per la miglior sceneggiatura originale e, a sorpresa dato le aspettative per 1917, con quattro premi totali è stato il film più premiato della cerimonia – inoltre è la prima volta che un film non in lingua inglese vince.

A 1917, film di guerra di Sam Mendes, super favorito della vigilia, sono andati “solo” tre premi Oscar: miglior sonoro, miglior fotografia e migliori effetti speciali,  mentre Joker, C’era una volta… a Hollywood e Le Mans ’66 – La grande sfida ne hanno vinti due ciascuno.

I quattro premi per la recitazione – attore e attrice, protagonista e non – sono andati a quattro film diversi: Joaquin Phoenix per Joker, Renée Zellweger per Judy, Brad Pitt per C’era una volta…a Hollywood e Laura Dern per Storia di un matrimonio.

Poi, Piccole donne ha vinto l’Oscar per i migliori costumi, Jojo Rabbit quello per la miglior sceneggiatura non originale e Bombshell – La voce dello scandalo quello per trucco e acconciatura. L’Oscar per la miglior canzone è andato a Elton John per “(I’m Gonna) Love Me Again”, canzone scritta per Rocketman, un film proprio su di lui. E The Irishman, che si presentava alla cerimonia con ben dieci nomination, non ha vinto nemmeno un premio.

A Made in USA – Una fabbrica in Ohio, è andato l’Oscar per il miglior documentario, prodotto tra l’altro da Barack e Michelle Obama; quello per il miglior film di animazione lo ha vinto Toy Story 4. I tre premi per i cortometraggi – di finzione, di animazione e documentario – sono andati a The Neighbors’ Window, Hair Love e Learning to Skateboard in a Warzone (If You’re a Girl).

Durante la serata è stata annunciata inoltre l’apertura, il 14 dicembre del 2020, del Museo dell’Academy, dedicato alla storia dell’industria cinematografica statunitense. Il museo, ovviamente, sarà a Los Angeles e avrà una collezione permanente che comprenderà 12 milioni di foto, 190 mila video, 80 mila sceneggiature, 61 mila poster e 104 mila altri oggetti relativi alle produzioni cinematografiche.

Una notte da sogno per alcuni e da incubo per altri, ma che come sempre riesce con il suo inspiegabile fascino a catturare milioni di persone e a far credere che il cinema sia ancora, nonostante tutto, una cosa importante.

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