Era uno dei giochi più attesi di tutto il 2020, The Last of Us Part 2. Era, perché sono oramai trascorse più di 48 ore dalla sua pubblicazione. Era, perché nel giro di queste 48 ore, la parte più becera di alcuni sedicenti “gamer” è venuta fuori nel modo peggiore.
Dal momento della pubblicazione, avvenuta in seguito a numerose peripezie, il famoso aggregatore di recensioni Metacritic ha, come di consueto, dato a tutti la possibilità di esprimere la propria opinione sul titolo. Da quel momento, The Last of Us Part 2 è stato oggetto di un review bombing feroce e violento.
Cos’è il review bombing? È l’atto di bombardare un prodotto di recensioni (solitamente negative) al fine di boicottarlo o danneggiare la sua reputazione. Questo è quello che è successo a The Last of Us Part 2, colpito per punire in qualche modo Neil Druckmann. Agli occhi dei “leoni da tastiera”, l’autore del gioco si sarebbe macchiato dei crimini più efferati: inserire personaggi e protagonisti LGBTQ+, trattare temi più impegnati, inserire scene forti, tutti peccati imperdonabili agli occhi dei paladini del buon gusto di tutto il mondo.
Purtroppo, Neil Druckmann non è nuovo a ricevere critiche di questo stampo. Già dopo la pubblicazione in rete di alcuni spoiler, furono in molti a protestare cancellando i pre-order Amazon del titolo.
Non diciamo che il gioco debba piacere per forza, sarebbe assurdo e fuori luogo pretendere che tutti abbiano gli stessi gusti. Così come reputiamo corretto che tutti possano esprimere la propria opinione anche se questa dovesse risultare impopolare. A lasciare sconcertati è l’accanimento nei confronti di chi sta provando a elevare il videogioco allo status di medium maturo che lecitamente gli appartiene. Ancor più sconcertante che, a farlo, siano coloro che di tale medium si definiscono fan, appassionati o peggio, cultori.
Appare chiaro che, chi ha deciso di lanciare le proprie anonime invettive nei confronti di The Last of Us part 2, sia animato solo dalla voglia di denigrare e vituperare un developer colpevole di avere prodotto un titolo progressista.
Dal canto suo, Druckmann, non ha commentato pubblicamente la vicenda ma, anzi, tramite il blog PlayStation, ha scritto una lunga lettera di ringraziamento ai fan cogliendo ance l’occasione di ripercorrere le tappe fondamentali che hanno condotto la sua Naughty Dog fino alla pubblicazione.
Sette anni fa ci siamo posti la sfida di realizzare una storia che affrontasse temi difficili. Da quel momento, centinaia di sviluppatori si sono impegnati per portare a termine questo arduo compito. Abbiamo realizzato una storia incentrata sui personaggi. Ci siamo concentrati sulle loro individualità e sulla difficoltà delle loro scelte. Speriamo che voi possiate ridere, piangere, empatizzare con loro nelle difficoltà. Ma più di ogni altra cosa, speriamo che questo gioco possa ispirarvi nello stesso dibattito filosofico che ha ispirato noi durante la realizzazione. A nome di tutti, qui a Naughty Dog, grazie per essere parte di questo viaggio. Fino al prossimo viaggio, resistete e sopravvivete.
Avete già provato The Last of Us Parte 2? Fateci sapere come procede il vostro viaggio.