Tempo fa vi avevamo parlato di una peculiare legge, emanata dalla Prefettura giapponese di Kagawa, che imponeva delle limitazioni temporali all’uso dei videogiochi per tutti i minorenni che abitano in questa zona. Stando alla legge in questione, in vigore dal 1° aprile di quest’anno: i minori di anni 18 non possono giocare per più di 60 minuti al giorno durante la settimana e per non più di 90 minuti nei giorni festivi. Questa direttiva non riguarda solo l’uso di console e pc ma fa riferimento anche agli smartphone, prevedendo per questi ultimi il divieto del loro utilizzo dopo le ore 22:00.
Chiaramente i sostenitori di questa legge hanno fatto in modo di coinvolgere le famiglie dei ragazzi, perché la disposizione fosse rispettata il più possibile, viste anche le evidenti difficoltà nel controllare le azioni dei giovani a determinati orari e in luoghi privati. Il coinvolgimento delle famiglie però non è bastato e le prime opposizioni, che tutti si aspettavano, non sono arrivate non solo dai ragazzi ma anche da alcuni genitori, che hanno trovato assurda questa previsione normativa.
Apprendiamo da un sito giapponese che una madre e suo figlio di 17 anni, entrambi residenti nella città di Takamatsu nella Prefettura di Kagawa, hanno deciso di promuovere una causa civile contro la stessa Prefettura, affermando che l’ordinanza restrittiva dell’uso dei videogames fra i bambini è “incostituzionale” e che “viola i diritti umani fondamentali”, oltre a questo la coppia ha richiesto una somma di denaro pari a 1.54 milioni di yen (circa 13.300 euro) a titolo di risarcimento del danno.
Senza dubbio i ricorrenti hanno mosso pensati accuse verso la Prefettura di Kagawa, parlare di incostituzionalità e violazione dei diritti umani non è qualcosa che si dovrebbe fare a cuor leggero, soprattutto in un’aula di tribunale. Detto questo però è interessante notare come il tema dei videogiochi, considerato ancora da molti “bambinesco”, stia diventando sempre più importante e stia arrivando addirittura nelle aule dei tribunali, nel bene o nel male.
La nostra speranza è che questo articolo possa far riflettere sul tema dell’importanza dei videogiochi e di alcune libertà individuali, per quanto piccole o secondarie possano sembrare.