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Explorer’s Guide to Wildemount: l’impatto di Critical Role sul pubblico di D&D

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Ormai ci siamo quasi: “Explorer’s Guide to Wildemount”, l’ultima fatica di Matthew Mercer e Wizards of the Coast, arriverà sugli scaffali fisici e digitali il prossimo 17 marzo. Il libro si prospetta un’opera mastodontica: 304 pagine piene zeppe di contenuto, tra cui 4 avventure per personaggi dal primo al terzo livello, una nuova scuola di magia (la misteriosa “Dunamancy”), 50 nuove magie, nuovi mostri, nuovi oggetti magici e, naturalmente, dettagliate descrizioni di territori, fazioni e storia del continente di Wildemount, l’immaginario stage del fenomeno che, ormai da qualche anno a questa parte, è stato e continua ad essere Critical Role.

Un passo indietro, per chi non fosse familiare. Critical Role, nelle ormai celeberrime parole del suo host/Dungeon Master Matthew Mercer, è uno show “where a bunch of nerdy ass voice actors sit around and play Dungeons and Dragons” (traducibile sommariamente in “uno show in cui un gruppetto di doppiatori nerd si radunano per giocare a Dungeons and Dragons”). Una descrizione piuttosto calzante, ma che non basta certo a rendere l’idea dell’impatto che lo show, che ad oggi conta due Campagne e un totale complessivo di 211 episodi, ha avuto sulla community di giocatori di ruolo pen and paper. Dal suo primo episodio, andato in onda nell’ormai lontano 2015, la fanbase di Critical Role è cresciuta fino a raggiungere gli impressionanti numeri attuali: 460.000 follower su Twitch, 810.000 iscritti sul canale Youtube, visualizzazioni dei singoli episodi che spaziano dai 500.000 al milione.



A ben vedere, era solo questione di tempo prima che la fama di Critical Role diventasse tale da convincere Wizards a concretizzare il setting di Exandria (il mondo che contiene il già citato continente di Wildemount) all’interno di un loro prodotto ufficiale. Fatto che rende Wildemount il primo setting entrato a far parte del “canon” di Dungeons and Dragons che non sia stato scritto internamente da Wizards, o che non sia l’adattamento di una serie di libri fantasy. Un riconoscimento non indifferente, per uno show in streaming. Del resto, dell’impressionante successo che continua a riscontrare la quinta edizione del gioco di ruolo più famoso e diffuso del pianeta, una parte forse piccola, ma di certo non insignificante è scaturita dal successo di Critical Role. Dalle centinaia di migliaia di persone che, incuriosite, si sono approcciate prima alle avventure di Vox Machina e dei Mighty Nein, per poi appassionarsi al punto da voler provare l’hobby in prima persona.



Critical Role, assieme ai suoi innumerevoli “imitatori” (concedetemi il termine per amor di semplicità), ha scoperto e riconosciuto nello streaming il perfetto medium per proporre il gioco di ruolo pen and paper al grande pubblico, perfezionando, nel processo, la formula vincente che rendesse delle semplici sessioni tra amici un avvincente prodotto d’intrattenimento. Presentato in questo modo, con questa accessibilità, Dungeons and Dragons è diventato, anche agli occhi di chi mai si sarebbe approcciato all’hobby solo dieci anni fa, un gioco affascinante e intrigante, in grado di regalare risate, supance e dramma. Ha scardinato, e continua a scardinare tutt’ora, il forse latente ma non ancora del tutto scomparso pregiudizio che il gioco di ruolo sia dominio esclusivo di specifiche, elitarie nicchie.

Lo stesso “Explorer’s Guide to Wildemount” sembra ricalcare questa verità di fondo. Nelle parole di Matthew Mercer, il libro è “inteso sia per i fan di Critical Role, sia per coloro che non hanno mai guardato un episodio”. Per i nuovi arrivati e per i veterani. Per i curiosi e per gli appassionati. Per chiunque già ama o voglia amare Dungeons and Dragons. Diciassette marzo: segnatevelo sul calendario.

Letterato e giornalista di formazione, scansafatiche poliedrico di professione. Il mio super potere è la capacità di interessarmi di pressoché qualsiasi cosa e dedicargli un’attenzione media di 7,8 secondi. Con le dovute eccezioni. Quando non perdo tempo, lavoro. Quando non lavoro, scrivo. Quando non scrivo, consumo media o gioco di ruolo. Quando non consumo media e non gioco di ruolo, perdo tempo. Il cerchio della vita.

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Videogiochi: quanta energia consumano le console? 

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In un periodo dove si cerca di risparmiare il più possibile in termini di consumi energetici anche l’uso delle nostre console di gioco può fare la differenza. Playstation, Xbox e Wii, seppur non vengano utilizzate tutto il tempo, rimangono costantemente collegate alla corrente e di conseguenza usano una quantità di energia elettrica non indifferente. 

Le case produttrici delle console per il gaming come Xbox hanno quindi deciso di creare delle modalità di aggiornamento che permettono a chi le effettua di risparmiare energia e di conseguenza spendere meno in bolletta. 

I consumi delle console

È estremamente difficile definire esattamente la quantità di energia utilizzata da una console da gioco come Playstation, Wii o Xbox. Questo perché questi apparecchi cambiano e si evolvono molto velocemente e utilizzano tantissime piattaforme e componenti tecnologiche diverse che permettono di avere una qualità di gioco e video estremamente alta (che in termini di energia costa!). 

Se comparato all’uso di energia di un dispositivo mobile come un computer, le console consumano tanto quanto quest’ultimo.

Xbox e il nuovo aggiornamento per sprecare meno energia

L’aggiornamento firmware di Xbox prevede anche una funzione di risparmio energetico. Installare l’aggiornamento sulla propria console è molto semplice e per farlo bisogna eseguire degli step:

  1. Premere il pulsante Xbox sul controller della console
  2. Cliccare la sezione chiamata Profilo e Sistema 
  3. Andare nell’area che riguarda le Impostazioni 
  4. In seguito premere sul tasto Generali
  5. Optare per l’opzione Risparmio Energia
  6. Infine selezionare l’opzione Arresta 

Scaricando questo aggiornamento la propria console sarà in grado di spegnersi autonomamente dopo che essa non viene utilizzata per qualche tempo, attivare in modo autonomo gli aggiornamenti seguenti e di distribuirli durante le ore del giorno in cui il costo dell’energia è minore

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Chrono Cross: il titolo è stato rimasterizzato per un motivo ben preciso

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Chrono Cross è un videogioco di genere GDR (gioco di ruolo) alla giapponese che era stato sviluppato e pubblicato, verso la fine del 1999, dalla famosa casa di produzione nipponica Square, in seguito divenuta Square Enix grazie alla fusione avvenuta nel 2003. Il titolo in parola si pone sulla stessa linea del famoso (e bellissimo) Chrono Trigger – altro GDR di qualche anno prima -, anche se non ne rappresenta un vero e proprio seguito. Nel corso del 2022 Chrono Cross è stato oggetto di una rimasterizzazione che è nata da un motivo ben preciso: gli sviluppatori temevano che il titolo potesse diventare ingiocabile.

Sono proprio gli sviluppatori di Square Enix che, di recente, hanno chiarito questo punto. Il producer della remaster, Koichiro Sakamoto, ha detto a proposito di Chrono Cross: The Radical Dreamers Edition (le sue parole sul sito dedicato GamesRadar):

Al tempo del lancio del progetto, Chrono Cross rischiava di diventare ingiocabile. C’era un servizio di Archivio Giochi per PlayStation 3 che permetteva di giocare ai titoli della PlayStation 1. La PlayStation 4, però, era già sul mercato. Non sapevamo ancora se il servizio di Archivio Giochi ci sarebbe stato anche per PlayStation 4. Sembrava che Chrono Cross potesse diventare ingiocabile. Dunque è stato messo in piedi un progetto di remaster. Questa è la storia”.

Al di là dell’aneddoto, di interesse magari per coloro che hanno apprezzato il gioco e – in generale – per gli amanti del genere, ciò che può essere uno spunto di riflessione è il motivo che ha portato alla remaster. Da fruitori del medium videoludico siamo portati (spesso) a non pensare alle motivazioni che stanno dietro le scelte di una casa di sviluppo, valutiamo l’offerta del mercato e compriamo quello che ci piace. Un videogioco porta con sé una storia, fatta di persone e scelte, e questi episodi servono a ricordarcelo.

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The Game Awards 2022: la lista dei vincitori delle varie categorie

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The Game Awards 2022: la lista dei vincitori delle varie categorie

The Game Awards è uno dei più importanti appuntamenti dell’anno per quanto riguarda il mondo dei videogiochi, dove vengono premiati i titoli che sono usciti nel corso degli ultimi dodici mesi e che hanno saputo impressionare maggiormente pubblico e critica. La kermesse ideata e condotta, ogni anno, da Geoff Keighley si è tenuta – per questa edizione – l’8 dicembre 2022 al Microsoft Theater di Los Angeles. Quali sono stati i videogiochi che sono riusciti a portarsi a casa i premi?

Di seguito la lista dei vincitori nelle varie categorie:

  • Gioco dell’Anno: Elden Ring
  • Miglior Game Direction: Elden Ring
  • Miglior Narrativa: God of War Ragnarok
  • Miglior Direzione Artistica: Elden Ring
  • Miglior Musica e Colonna Sonora: God of War Ragnarok
  • Miglior Audio Design: God of War Ragnarok
  • Miglior Performance: Christopher Judge (God of War Ragnarok)
  • Games for Impact: As Dusk Falls
  • Innovation in Accessibility: God of War Ragnarok
  • Miglior VR/AR: Moss Book II
  • Gioco più atteso: The Legend of Zelda Tears of the Kingdom
  • Miglior Gioco d’Azione: Bayonetta 3
  • Miglior Gioco d’Azione/Avventura: God of War Ragnarok
  • Miglior Gioco di Ruolo: Elden Ring
  • Miglior Picchiaduro: Multiversus
  • Miglior Gioco per la Famiglia: Kirby e La Terra Perduta
  • Miglior Simulazione/Strategico: Mario + Rabbids Sparks of Hope
  • Miglior Gioco Persistente: Final Fantasy 14
  • Miglior Indie: Stray
  • Miglior Gioco Mobile: Marvel Snap
  • Miglior Supporto della Community: Final Fantasy 14
  • Miglior Sports/Racing: Gran Turismo 7
  • Miglior Multiplayer: Splatoon 3
  • Miglior Indie di Debutto: Stray
  • Miglior Adattamento: Arcane League of Legends
  • Players Voice: Genshin Impact
  • Content Creator dell’Anno: Nibellion
  • Miglior Esports Game: Valorant
  • Miglior Esports Athlete: Jacob Yay Whiteaker
  • Miglior Esports Team: Loud
  • Miglior Esports Coach: Matheus “bzkA” Tarasconi (LOUD, Valorant)
  • Miglior Esports Event: League of Legends World Championship 2022

Elden Ring guadagna il premio più ambito, ossia quello di Gioco dell’Anno, mentre Go d of War Ragnarok è il titolo che ha vinto in più categorie (ben 6). La corsa per questa edizione di The Game Awards, si sapeva, era a due tuttavia ci sono altri titoli che vanno menzionati, in particolare Stray per aver dominato la classifica dei titoli indie e Final Fanatsy 14 per il continuo supporto.

I The Game Awards 2022 hanno dato il loro verdetto, tuttavia ci saranno altre occasioni per premiare i titoli usciti nel corso di quest’anno. Forse altri titoli riusciranno a guadagnare qualche premio, oppure avremo ulteriori conferme per quelli già visti.

I nostri complimenti vanno a tutti i vincitori e ai partecipanti.

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