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Ashley Greene in Christmas on My Way romcom Ashley Greene in Christmas on My Way romcom

Film e Serie TV

Romantic Comedy Natalizia: 6 consigli per scriverne una

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Una Romantic Comedy Natalizia (o romcom natalizia) è un po’ il Michael Bublé del cinema: appena inizia la stagione, state certi che ve ne comparirà una su ogni canale in cui finirete facendo zapping. Perché se Michael Bublé riesce a prendere il controllo delle radio, una Romantic Comedy Natalizia ha la capacità di insinuarsi ovunque, anche sulle piattaforme di streaming. Non fa prigionieri tra piste di pattinaggio, recite natalizie e biscotti di pan di zenzero.

E puoi star certo che avranno tutte la stessa trama. Uguale identica, tanto che potresti persino scrivere tu una romantic comedy natalizia e presentarla a Netflix per il prossimo anno.

Step 1: l* protagonista perfett*

Il personaggio principale di una romantic comedy natalizia è, solitamente, una donna, ma per il bene della gender equality può essere anche un uomo. 

Qualsiasi sia il sesso, o l’orientamento sessuale, poco importa: ciò che conta è che sia una persona con un lavoro di successo nella Grande Città e una vita sentimentale disastrosa a inizio film. 

Quest’ultima caratteristica è fondamentale, perché lo scopo di vita di ogni single a Natale in una romcom è di trovare l’anima gemella prima dei titoli di coda. Per poter fare questo, il nostro Protagonista dovrà affrontare sfighe incredibili e figure da cioccolataio senza tregua perché si sa, se arrivi single a Natale sei anche un po’ sfigato.

Ashley Greene in Christmas on My Way romcom
Ashley Greene in Christmas on My Way, perché anche i vampiri festeggiano il Natale

Step 2: il ritorno alle origini nel paesino sperduto

Qui abbiamo addirittura due opzioni per sviluppare i dilemmi personali del nostro Protagonista.

Opzione 1 – una vita di rimpianti
Il nostro Protagonista pensava di aver trovato il lavoro dei suoi sogni, ma ora lo stress, la solitudine e perché no, magari anche il capo stronzo stanno mettendo alla prova le sue scelte di vita.

Opzione 2 – vicissitudini della vita
Il lavoro va alla grande. Il nostro Protagonista è un wedding planner, scrittore, grafico, cuoco di successo e per una serie di vicissitudini si trova (costretto) a dover tornare nel suo paese natale per un evento di qualche tipo. 

Quale che sia l’opzione, il risultato non cambia. Il nostro Protagonista è bloccato per l’intera durata delle vacanze natalizie nel paese natale (ah-ah), insieme ad amici d’infanzia e parenti invadenti. Evviva.

Emilia Clarke e Henry Golding in Last Christmas romantic comedy natalizia
Emilia Clarke in Last Christmas con un vestito assolutamente in palette, va’ che armocromia

Step 3: una Romantic Comedy Natalizia in palette

Ovviamente, nevica. Ovviamente, il paese d’origine del nostro Protagonista è la versione a grandezza naturale di Chinonsò, dove tutti attendono trepidanti l’arrivo dell’evento natalizio dell’anno avvolti dalla neve. Qui ci si può davvero sbizzarrire: caccia al tesoro natalizia, contest della miglior torta natalizia, recita di Natale, scambio dei regali con il Babbo Natale segreto e così via.

Ah, non scordiamoci poi che tutto deve abbracciare l’estetica natalizia, dagli addobbi cittadini, all’arredamento delle case, fino ai completi coordinati. Tutto il palette insomma. E nevica, l’abbiamo già detto che nevica?

Insomma, scegliete tra quella serie di cose che porterebbero il Grinch a dare fuoco all’albero di Natale e avete fatto.

Cameron Diaz e Jude Law in The Holiday romcom natale
Jude Law ci svela che il vero segreto di Silente era aver recitato in The Holiday

Step 4: il love interest

È bello, popolare, fa un lavoro che lo tiene solitamente a contatto con la natura o con le persone del paese. Ma è anche introverso, burbero, chiuso al punto da rasentare la maleducazione o comunque del tutto disinteressato rispetto al nostro Protagonista. 

In una Romantic Comedy Natalizia è molto più probabile che sia odio-a-prima-vista e non amore. Soprattutto, uno dei due deve odiare il Natale o almeno mal sopportarlo per qualche ragione struggente che si scopre solo verso la fine.

Se solo il miracolo del Natale potesse far vedere loro quanto sono perfetti come coppia, eh?

Rose McIver e Ben Lamb in A Christmas Prince
A Christmas Prince è una Romantic Comedy Natalizia con un vero principe, che vuoi di più?

Step 5: l’incomprensione, il vero cuore di una Romantic Comedy Natalizia

Noi sappiamo che loro sono fatti l’uno per l’altra (o in generale, l’un* per l’altr*), ma loro proprio non ne vogliono sapere. Almeno, non all’inizio, perché per una serie di situazioni assolutamente non forzate per ragioni di trama, poco a poco i due Protagonisti inizieranno a provare del tenero. Proprio qui è preferibile inserire un momento sulla pista di pattinaggio – e se il nostro Protagonista non sa pattinare è meglio.

Non può andare tutto liscio però, perché ricordiamoci, sono pur sempre single a Natale. Ci deve essere quindi un equivoco improvviso che li allontanerà prima del punto di svolta.

Anche qui abbiamo l’imbarazzo della scelta: uno dei due crede che l’altro sia ancora innamorato del vecchio partner, o che stia lasciando il paese. Oppure ancora un ex geloso fa delle insinuazioni, uno dei due ascolta uno stralcio di una conversazione fuori contesto e tanto altro.

John Cusack e Kate Beckinsale in Serendipity romantic comedy natalizia
John Cusack fa jackpot in Serendipity, un film cui (spoiler) si baciano sulla pista di pattinaggio E nevica

Step 6: la soluzione, il lieto fine e la neve (di nuovo)

Niente da temere, però, rimane pur sempre una Romantic Comedy Natalizia e i titoli di coda sono vicini. I due Protagonisti si riuniscono sul finale, quando incredibilmente si accorgeranno che forse (forse) comunicare è meglio che presumere il peggio di qualcuno o qualcosa e tenersi tutto dentro.

Incredibile, davvero.

E così tutto è risolto. I Protagonisti si baciano sotto il vischio o sotto la neve, in lontananza ci sono campane di qualche tipo che suonano e perché no, magari c’è anche gente che guarda (forse i parenti impiccioni). A questo punto, il Natale è salvo e tutti possono festeggiare in un’atmosfera calda, famigliare e ricca – davvero, avete mai visto famiglie povere in una Romantic Comedy Natalizia? Hanno tutti la villa.

E poi certo che nevica, che domande.

Michael Urie e Philemon Chambers in Sigle all the Way Single per Sempre film romcom natale netflix
Netflix sperimenta fuori dalle regole dei romcom classici con Sigle All The Way, dove la coppia principale è LBGT+

Romantic Comedy Natalizia, vista una viste tutte

Con questo bagaglio, anzi, con questa slitta di conoscenze ora puoi andare a scrivere la sceneggiatura perfetta per una perfetta Romantic Comedy Natalizia che andrà in onda su un canale tv sconosciuto all’umanità o su Netflix. 

Comunque vada, le persone continueranno a preferire Love Actually, ma almeno ti sarai divertito a racchiudere tutti gli stereotipi possibili di un romcom in un solo film. Che dire, che lo spirito del Natale sia con te.

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Anime e Manga

Empire Of Shit: il film (italiano) in collaborazione con Shintaro Kago – Intervista al Regista

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Empire Of Shit: È italiano il nuovo film in collaborazione con il mangaka Shintaro Kago, autore di “Principessa del castello senza fine”, “Fraction”, ”Anamorphosys” e tanti altri titoli cult per i fan del genere.

Il regista infatti è Alessio Martino: Salerno, classe ‘2000, laureando in Cinematografia presso l’accademia delle Belle Arti di Napoli.

Questa storia inizia nel 2021, quando Kago e Martino incrociarono le loro strade grazie alla partecipazione di quest’ultimo al Contest Cinematografico Unco Film Festival, in cui il famoso mangaka partecipava in qualità di organizzatore e giudice. Martino presentò allora il suo corto “Brief Clisterization of Ideology”, ambientato in un mondo distopico, con la quale si aggiudicò il secondo posto.

Un anno dopo, nel 2022, Martino partecipò nuovamente al concorso con il film “The Formidable Wave that Destroyed and Recreate the World”, aggiudicandosi questa volta il primo premio: la merda d’oro.

Vi è infatti un tema comune in queste opere: la merda.
Ed è infatti da questa idea, che Martino presentò a Kago nel 2023, che nasce The Empire of Shit.

La trama è apparentemente molto semplice:

Una giovane donna desidera che le sue feci abbiano un profumo gradevole, e il suo desiderio si avvera. Questo scatena la cupidigia del suo fidanzato, che vede un’opportunità di lucro in questa straordinaria qualità, trasformando una situazione intima in un’impresa commerciale bizzarra e surreale. Ci sarà però un’escalation di eventi, che porterà ad un finale inaspettato.
Se tutto ciò vi ha incuriosito: non sentitevi soli, anche noi vorremmo sapere di più su cosa aspettarci, e proprio mossi da questa curiosità, abbiamo intervistato Alessio Martino, il regista di Empire of Shit.

Ciao Alessio, innanzitutto grazie per averci concesso questa intervista, perdonami ma la peculiarità del progetto mi porta a saltare alcune domande di rito e passare direttamente a questa:

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Perché la Merda?

Ed è questa la domanda che ogni autore vorrebbe sentirsi porre. Scherzi a parte, sia io che Kago abbiamo molto a cuore il tema della merda perché nessuno gli dà il giusto peso. Che sia una commedia o uno Splatter la merda finisce sempre per essere del grottesco fine a se stesso ma fermandoci a riflettere sopra la materia di scarto ci si può trovare una grande fonte di riflessione.

Qual è il processo creativo dietro le scelte più audaci, sia visivamente che a livello narrativo?

Il divertimento. Quando il progetto è nato c’era una sola idea chiara in ballo: un Gojira fatto di cacca. Questo è uno di quei progetti dove il perno centrale su cui tutta questa macchina deve muoversi è proprio il divertimento. Dai costumi alla recitazione, tutto deve essere motivato dalla voglia di sperimentare e divertirsi su qualcosa che non si prenderà mai abbastanza sul serio… e forse proprio per questo sarà molto più seria di quanto essa stessa crede.

Hai lanciato una campagna indiegogo per finanziare questo progetto: qual è il tuo end-goal?  

Prendere i soldi e scappar… cioè! volevo dire, realizzare un lungometraggio. Anche se sembra un’impresa titanica il goal finale sarebbe quello di poter estendere la durata del film al punto tale da darle un corpo vero, e con esso verrebbero tutte quelle fantastiche chicche in più, come la storia manga prequel disegnata da Kago

Come hai attirato l’attenzione del Maestro Kago?  

Ma, di per sé è stato un evento molto organico. Ero a Lucca Comics per girare un documentario, lui era lì come ospite e gli ho semplicemente chiesto di prenderci una birra insieme (le birre alla fine furono molto più di una). Da lì Kago mi ha dichiarato tutto il suo interesse nel voler dedicarsi da anni ad un progetto cinematografico senza avere però mai il tempo per poterlo fare effettivamente. E da quì è arrivata la mia proposta…

Quanto influisce la presenza del mangaka sulla produzione del film?  

Tantissimo. Sotto ogni aspetto. Il progetto senza di lui non esisterebbe proprio. Tutto l’aspetto visivo della fabbrica, dei mostri (Coff, coff… scusatemi per lo spoiler), della palette cromatica e del taglio narrativo è tutto frutto della sua vena artistica che noi come troupe stiamo concretizzando. 

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Che emozioni pensi scaturirà il tuo corto nel pubblico?  

Così come ti dicevo riguardo il processo creativo, io spero diverta. Spero davvero che lo spettatore si senta annichilito da tutta la follia che gli verrà tirata addosso e che l’unica cosa sensata che si senta di fare sia ridere. Se poi restassero shockati e traumatizzati al punto tale da volerci denunciare, beh se la vedranno con i legali miei e di Kago!!

Posso avere anche io dei gadget?  

No. Scherzo! Se la campagna supererà il goal base, ci saranno belle sorprese per tutti i donatori, ma non posso dire altro ora.

Ti ringrazio nuovamente per averci dedicato del tempo parlandoci del tuo progetto.  

Ma grazie a te per avermi dedicato il tuo. E come dice la nostra mascotte Mr. Unkoman: “Unko! Unko! Unko!”.

Cari lettori, non sappiamo esattamente cosa aspettarci, ma l’hype c’è, e sicuramente ciò che fa più piacere è vedere un talento emergente nostrano mettersi in gioco.

Potete anche voi finanziare questo progetto tramite la campagna indiegogo!

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Film e Serie TV

Il Padiglione sull’Acqua, un viaggio estetico e poetico nel rapporto tra Carlo Scarpa e il Giappone

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Il documentario Il Padiglione sull’Acqua è un viaggio, estetico e poetico, nell’immaginario
dell’architetto veneziano Carlo Scarpa e nella sua passione per la cultura giapponese.
Il Giappone rappresentò per l’architetto un universo ispirazionale ma fu anche il luogo dove
egli morì, nel 1978, all’apice della sua carriera, ripercorrendo misteriosamente i tragitti del
poeta errante Matsuo Bashō.

Attraverso le impressioni suggerite dal filosofo giapponese Ryosuke Ōhashi, la narrazione si
sviluppa lungo il filo di una domanda, la domanda sul senso della bellezza. La possibilità̀ di
questa riflessione accomuna qui le opere scarpiane e l’estetica tradizionale giapponese.
Venezia, nella veste di porta verso l’Oriente e luogo di nascita di Scarpa, e l’esplorazione
incantata delle sue opere, sono l’occasione per rievocare la poetica ed episodi emblematici
della vita dell’architetto.

Essi sono restituiti attraverso le parole del figlio Tobia, dagli allievi Guido Pietropoli, Giovanni Soccol e Guido Guidi, e dal ricercatore J.K. Mauro Pierconti. Un sentimento di nostalgia colora tutta la narrazione. Una nostalgia per quell’evento raro che è la nascita di un artista. Seppur ora abbia abbandonato questa terra, lascia in dono le sue opere e la meraviglia che esse tuttora suscitano.

Carlo Scarpa il Giappone

Carlo Scarpa amava definirsi «bizantino nel cuore, un europeo che salpa per l’Oriente» e proprio come l’artista veneziano, Stefano Croci e Silvia Siberini viaggiano attraverso le ispirazioni nipponiche che lo hanno guidato nella sua costante ricerca del senso della bellezza.

Per farlo, in Il padiglione sull’acqua si fanno guidare dalle ispirazioni del filosofo Ryōsuke Ōhashi e dalle testimonianze del figlio Tobia Scarpa, degli allievi Guido PietropoliGiovanni Soccol e Guido Guidi, del ricercatore J.K. Mauro Pierconti, degli artigiani Paolo e Francesco Zonon e della maestra di ikebana Shuho Hananofu.

Nel 1978 Carlo Scarpa tornò in Giappone. Nessuno sa con precisione quali fossero i suoi intenti. Il celebre architetto giapponese Arata Izosaki ha ipotizzato che stesse ripercorrendo le stesse tappe del poeta errante Matsuo Bashō, riportate nel diario di viaggio Lo stretto sentiero verso il profondo nord, ma purtroppo morì a seguito di una tragica caduta e non raggiunse mai la meta anelata.

Lasciò incompiute delle opere, che lo resero ancora più celebre, come il Memoriale Brion a San Vito di Altivole in provincia di Treviso, scelto anche da Denis Villeneuve tra le location del prossimo capitolo di Dune.

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Film e Serie TV

Constellation: svelato il trailer del nuovo thriller psicologico con Noomi Rapace e Jonathan Banks

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Apple TV+ ha svelato il trailer di “Constellation”, il nuovo thriller psicologico composto da otto episodi intepretato da Noomi Rapace (“Millennium – Uomini che odiano le donne”, “Non sarai sola”, “Lamb”, “Seven Sisters”) e dal candidato all’Emmy Jonathan Banks (“Breaking Bad”, “Better Call Saul”). La serie farà il suo debutto su Apple TV+ il 21 febbraio con i primi tre episodi seguiti da un episodio a settimana, fino al 27 marzo.

Creata e scritta da Peter Harness (“Il commissario Wallander”, “The War of the Worlds”), “Constellation” ha come protagonista Noomi Rapace nel ruolo di Jo, un’astronauta che torna sulla Terra dopo un disastro nello spazio e scopre che alcuni pezzi fondamentali della sua vita sembrano essere scomparsi. La serie è un’avventura spaziale ricca di azione che esplora i lati più oscuri della psicologia umana e segue la disperata ricerca di una donna nel tentativo di svelare la verità sulla storia dei viaggi spaziali e di recuperare tutto ciò che ha perso.

Cast Constellation

Nel cast della serie figurano anche James D’Arcy (“Agent Carter”, “Oppenheimer”), Julian Looman (“Emily in Paris”, “Mallorca Crime”), William Catlett (“A Thousand and One”, “Coppia diabolica”), Barbara Sukowa (“Passioni violente”, “Hannah Arendt”) e con la partecipazione di Rosie e Davina Coleman nel ruolo di Alice. Diretta dalla vincitrice del premio Emmy Michelle MacLaren (“Shining Girls”, “The Morning Show”, “Breaking Bad”), dal candidato all’Oscar® Oliver Hirschbiegel (“La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler”, “The Experiment – Cercasi cavie umane”) e dal candidato all’Oscar® Joseph Cedar (“Footnote”, “Our Boys”).

Produzione

Prodotta da Turbine Studios e Haut et Court TV, “Constellation” è prodotta esecutivamente da David Tanner (“Small Axe”), Tracey Scoffield (“Small Axe”), Caroline Benjo (“No Man’s Land”), Simon Arnal (“No Man’s Land”), Carole Scotta (“No Man’s Land”) e Justin Thomson (“Liaison”). MacLaren dirige i primi due episodi ed è produttrice esecutiva insieme a Rebecca Hobbs (“Shining Girls”) e al co-produttore esecutivo Jahan Lopes per conto della MacLaren Entertainment. Harness è produttore esecutivo attraverso la Haunted Barn Ltd. La serie è stata girata principalmente in Germania ed è stata prodotta da Daniel Hetzer (“Monaco – Sull’orlo della guerra”) per Turbine Studios, Germania.

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